PERUGIA – I dati relativi agli infortuni sul lavoro i Umbria nel 2010 ci parlano di un calo pari a 2.239 casi rispetto al 2008, e di 619 rispetto al 2009, con un incidente mortale in meno, da 17 a 16 rispetto al 2009. Ma in questo 2011 gli infortuni sono ripresi a crescere del 4,3 per cento, e già a novembre si è a 17 vittime: due dati allarmanti che collocano l'Umbria ai primi posti in Italia se si considerano i 24.000 lavoratori in Cassa integrazione sottratti alle attività produttive.

Lo afferma il consigliere regionale del Pd Andrea Smacchi, annunciando la sua presenza attiva all'assemblea provinciale dell'Amnil che si terrà a Gualdo Tadino: “un appuntamento molto importante al quale l'intera comunità regionale deve prestare il massimo dell'attenzione, per cercare di mettere in campo tutti gli strumenti necessari a prevenire gli infortuni e le morti sul lavoro.

 Per Smacchi c'è poi “il dato altrettanto allarmante, sulla crescita delle malattie professionali, un fenomeno che denota come le condizioni in cui si opera nei luoghi di lavoro, siano ancora in molti casi ben al di sotto degli standard minimi previsti dalle normative vigenti. E su questo versante – prosegue Smacchi - va detto che sfuggono alla statistica tutti quegli infortuni che non vengono denunciati, soprattutto in edilizia rappresentano, una piaga che va combattuta in maniera ancora più determinata.

A questo proposito in più di un'occasione, ricorda Smacchi, ho avuto modo di sollecitare un incontro in sede tecnica a riguardo dei lavori in atto sulla dorsale Perugia – Ancona, soprattutto per quanto attiene i subappalti e le forniture di materiale, dove si riscontrano anomalie che andrebbero affrontate per evitare nuovi e drammatici casi di infortuni anche mortali, già avvenuti in quei cantieri pochi mesi fa.

Smacchi rende noti anche i dati del Fondo regionale per i familiari delle vittime degli incidenti sul lavoro, istituito nel 2008 a seguito dei terribili fatti di Campello sul Clitunno per il quale la Regione Umbria stanzia 100.000 euro l'anno. Nel periodo di riferimento ha risarcito mediamente 13.000 euro alle 32 famiglie le cui pratiche sono state e liquidate a partire dal 2009. Ammonta invece a 7.500 euro la quota fissa che viene assegnata alle famiglie delle vittime degli incidenti sul lavoro. Il risarcimento si compone anche di una quota variabile, inversamente proporzionale al reddito.

Smacchi in ultimo plaude al lavoro insostituibile svolto dall'Amnil e dall'Ebrau (Ente bilaterale dell'artigianato umbro) che ha implementato il fondo di ulteriori 10.000 euro per l'anno 2011”.
 

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