Mancato rinnovo contratto nazionale Aziende igiene private: scatta la vertenza
PERUGIA - Il 31 dicembre 2010 è scaduto il contratto nazionale Fise - Assoambiente, che riguarda i dipendenti di aziende di igiene ambientale private. In Umbria si tratta di realtà come Gesenu, Tsa, Sia, Esa, Sogepu, Ecocave, Ap Produzione Ambiente, Gsa. Nonostante le segreterie nazionali di settore abbiano presentato le piattaforme entro il giugno 2010, ad oggi la controparte datoriale – per l’appunto Fise – Assoambiente – non ha dimostrato l’intenzione di rinnovare il contratto nazionale di lavoro. Anzi, tutt’altro: lo ha fatto, chiedendo di alleggerire i costi, togliendo ai lavoratori i diritti conquistati negli anni e rinunciando, così, a dimostrarsi vere imprese capaci di stare sul mercato in modo competitivo, attraverso progetti riorganizzativi tesi a creare redditività e recuperi di produttività, oltre all’efficentizzazione dei servizi all’utenza. Contrariamente a ciò, il contratto nazionale delle Aziende pubbliche, sempre del settore igiene ambientale, è stato rinnovato lo scorso giugno.
Il sindacato non chiede altro che stipulare anche con la controparte privata lo stesso contratto, al fine di garantire stesse condizioni per tutti i lavoratori del settore, oltre a evitare scorrettezze nei prossimi appuntamenti con le gare che gli Enti locali si apprestano a bandire in rispetto all’articolo 4 dell’ultima manovra economica disposta dal Governo. Queste imprese associate a Confinustria, infatti, sembrerebbero voler trarre vantaggio presentandosi a questi prossimi appuntamenti con un contratto nazionale più basso, in quanto non rinnovato. Inoltre, così facendo le stesse smentiscono proprio Confindustria, che ha siglato di recente accordi con le confederazioni nazionali di Cgil, Csil e Uil, nei quali viene posta al centro delle relazioni industriali la trattativa di secondo livello aziendale, quale strumento indispensabile per la crescita e lo sviluppo delle imprese, oltre che a creare risorse da destinare ai lavoratori.
Pur tenendo conto della situazione economico-finanziaria in cui versa il Paese, nella piena convinzione che la soluzione non può essere l’impoverimento della gente che passi anche attraverso il taglio dei diritti in ambito lavoro, le segreterie nazionali di Fp-Cgil, Fit-Cisl e Uiltrasporti sono intervenute a sostegno di questa vertenza, chiamando i lavoratori alla lotta con diverse iniziative già programmate. La prima di queste è già in atto: dal 6 al 13 novembre i lavoratori si asterranno dalle prestazioni straordinarie. Questo sta mettendo in chiara evidenza le difficoltà delle imprese a svolgere i servizi di spazzamento, raccolta e smaltimento dei rifiuti, con organici fortemente inadeguati soprattutto per il fabbisogno di manodopera e mezzi che richiede la raccolta differenziata (e nonostante ancora qualcuno si ostini a sostenere che quest’ultima porta risorse e non costa). Il sindacato e le maestranze delle Aziende di igiene ambientale privata si scusano con i cittadini per gli eventuali disagi che potrebbero verificarsi, precisando però che l’astensione riguarda il solo straordinario, quindi nulla di “grave” dovrebbe avvenire.
Se vi sono aziende che scaricano su questo i disservizi del momento, le stesse si stanno nascondendo dal fatto che non hanno personale sufficiente per svolgere i servizi in situazioni di normalità, ma ricorrono allo straordinario tutti i giorni anche per la gestione dell’ordinario, in barba alle norme esistenti, in particolare in tema di sicurezza. Non si deve dimenticare, a riguardo, che dallo scorso gennaio in questo settore sono deceduti, a causa di incidenti, già dieci lavoratori.

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