Crisi/ Clandestino in questura: sono senza lavoro, rimandatemi a casa
PERUGIA - La crisi economica pesa evidentemente anche sugli immigrati clandestini: un tunisino di 27 anni si e' presentato stamani alle 9.30 in questura, a Perugia, con una richiesta insolita, quella di essere rimpatriato. ''Non ho un lavoro - ha detto ai poliziotti - non ho i documenti, non mi piace la vita qui, mi sono pentito, voglio tornare in Tunisia''.
Agli agenti dell'Ufficio immigrazione ha spiegato di essere giunto da poco in Italia e di voler tornare in patria. Dagli accertamenti svolti dalla polizia scientifica si e' avuto conferma il giovane era arrivato a Lampedusa nella scorsa primavera, con uno dei cosiddetti viaggi ''della speranza''.
Nell'ambito del Piano nazionale per l'emergenza umanitaria e' stato assegnato ad un campo profughi del centro-sud, dove ha partecipato ad un tentativo di rivolta per fuggire, sedato a fatica dalla polizia. Dopo che gli e' stato rifiutato il permesso di soggiorno, che aveva richiesto per motivi umanitari, ha fatto perdere le proprie tracce, stabilendosi per qualche mese, clandestinamente, a Perugia. Ora, pero', prima di tornare a casa, dovra' attendere alcuni passaggi burocratici. Il suo rimpatrio immediato non e' infatti possibile poiche' non e' in possesso del passaporto.
Nel primo pomeriggio, dopo la notifica del provvedimento di espulsione dal territorio nazionale, il tunisino e' stato accompagnato ad un Cie. Nel suo Paese non rischia alcun provvedimento giudiziario, ma se dovesse ancora cambiare idea, la legge dice che dovrebbe aspettare dieci anni prima di tornare in Italia.

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