Ottobre, un mese nero per le vittime sul lavoro: sono state infatti 53 le “morti bianche” registrate dall’Osservatorio sicurezza sul lavoro Vega Engineering. Una vera strage rispetto alla media mensile dei decessi rilevata all’inizio dell’anno, pari a 43.

E in 10 mesi sono stati 460 gli infortuni mortali in Italia, ben 19 in più dello stesso periodo del 2010, con un incremento della mortalità pari al 4,3 per cento.

Alla Lombardia la maglia nera, con 60 persone che hanno perso la vita sul lavoro da gennaio ad ottobre, seguita dall’Emilia Romagna (42), dal Piemonte (39), dal Veneto (38), dalla Toscana (34) e da Sicilia e Campania (32).

Mentre osservando l’incidenza degli eventi mortali sulla popolazione lavorativa è la Valle d’Aosta a far rilevare il risultato più sconfortante, seguita da Abruzzo e Trentino Alto Adige.
Le province più colpite in termini assoluti sono invece Brescia, Torino, Bolzano, Frosinone, Milano, Bologna, Napoli e Roma. L’Aquila, invece, la prima nella classifica delle incidenze delle “morti bianche” sulla popolazione lavorativa, seconda Savona, terza Nuoro.

L’agricoltura è il settore di lavoro più a rischio, con il 39,6 per cento del totale, seguita come sempre dalle costruzioni (22,2 per cento). Quarantenni e cinquantenni più a rischio (oltre il 43 per cento dei decessi). Gli stranieri che dall’inizio del 2011 hanno perso la vita sul lavoro sono 54, ovvero l’11,8 per centro del totale.
Le donne decedute sono 12, quasi il doppio di quelle registrate a fine settembre, complice, purtroppo, la strage di Barletta dell’inizio di ottobre.

Ultima considerazione: questi dati sono per difetto, dato che le elaborazioni dell’Osservatorio non tengono conto degli incidenti cosiddetti “in itinere” e di quelli dovuti alla circolazione stradale.
 

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