Casa Scajola/ Si va verso la chiusura dell’inchieste della procura di Roma
ROMA - E' giunta ormai alle ultime battute l'inchiesta della procura di Roma sull'acquisto dell'appartamento di via del Fagutale, a poca distanza dal Colosseo, da parte dell'ex ministro per lo Sviluppo Economico, Claudio Scajola. Salvo ripensamenti dell'ultima ora, gli inquirenti sono orientati a depositare gli atti, mettendoli a disposizione delle difese degli indagati, vale a dire lo stesso Scajola e l'imprenditore Diego Anemone.
E se il reato ipotizzato all'inizio (violazione della legge sul finanziamento ai partiti) dovesse essere confermato, alla chiusura dell'inchiesta, dopo venti giorni, seguirebbe la citazione diretta a giudizio davanti al tribunale monocratico con il processo fissato non prima della primavera prossima. La data di inizio dell'eventuale dibattimento non rappresenta affatto un aspetto secondario visto che sull'intera vicenda incombe il pericolo prescrizione.
Se i magistrati della procura di Roma dovessero contestare il reato prendendo, come riferimento, il periodo di acquisto dell'appartamento (luglio 2004), tutto sarebbe gia' caduto in prescrizione. Diversamente, il sipario calerebbe nel 2013 se venissero contestati anche i lavori di ristrutturazione, avvenuti nel 2006.
Alla luce dell'ultima informativa della Guardia di Finanza, infatti, i pm della capitale si sono convinti che buona parte dei soldi provenienti da Anemone (almeno 900mila euro messi a disposizione tramite l'architetto Angelo Zampolini) sia servita per la compravendita e per i lavori di ristrutturazione. Per approfondire quest'ultimo aspetto, gli inquirenti hanno sentito, tra l'altro, i titolari di alcune ditte incaricate di fare piccoli lavori nell'abitazione e gli inquilini del palazzo.
Scajola, che aveva ricevuto un invito a comparire per il 21 settembre scorso, ha preferito non presentarsi ai pm, evitando anche di depositare una memoria. Anemone, dal canto suo, ha fatto sapere, tramite i suoi legali, che, in caso di convocazione, si sarebbe avvalso della facolta' di non rispondere. Chi, invece, ha confermato la tesi dell'accusa sull'irregolarita' della compravendita sono state le sorelle Beatrice e Barbara Papa, proprietarie dell'immobile poi venduto al deputato del Pdl ufficialmente a 610mila euro (cifra che non corrisponderebbe al costo reale), e lo stesso Zampolini (che a Perugia ha patteggiato una condanna a undici mesi di reclusione per favoreggiamento).
Per la difesa di Scajola, invece, si tratta di testi che non hanno mai detto la verita' su questa vicenda.

Recent comments
12 years 14 weeks ago
12 years 14 weeks ago
12 years 14 weeks ago
12 years 14 weeks ago
12 years 14 weeks ago
12 years 14 weeks ago
12 years 14 weeks ago
12 years 14 weeks ago
12 years 14 weeks ago
12 years 14 weeks ago