Federalberghi-Confcommercio: secco NO alla Tassa di soggiorno
Barbara Isidori
No alla tassa di soggiorno in Umbria. A ribadirlo con forza sono stati gli albergatori aderenti a Federalberghi della provincia di Perugia, riuniti oggi in assemblea. La possibilità che la tassa di soggiorno possa essere istituita nelle città umbre, a cominciare dal capoluogo, sta facendo preoccupare l’organizzazione per il peso che questa potrebbe avere nelle tasche dei turisti. Nello stesso tempo è apparsa altrettanto ferma la richiesta di essere coinvolti direttamente dagli interlocutori istituzionali in merito all’argomento.
A parlare è stato il Vice presidente di Federlaberghi-Confcommercio Andrea Barberi. “Noi siamo assolutamente contrari all’istituzione di questa tassa che riteniamo assolutamente iniqua e priva di fondamento in una regione come la nostra”. Molte le motivazioni per cui la probabile istituzione della tassa fa preoccupare i titolari delle strutture ricettive. “Innanzitutto la tassa renderebbe il nostro territorio meno competitivo sul mercato nazionale ed internazionale. E poi non è assolutamente corretto scaricare il peso della crisi e della mancanza di risorse dei Comuni sui turisti che scelgono l’Umbria. La tassazione comporterebbe, di conseguenza, forti aumenti dei costi per i gruppi organizzati con il rischio che molti operatori professionisti decidano di dirigere l’afflusso turistico verso altre mete esentasse”.
In altre città come Venezia e Roma la tassa è stata già introdotta ma è difficile fare un paragone con Perugia. “Se li la tassa di soggiorno può essere giustificata da noi no. Sono assolutamente non paragonabili i volumi di traffico turistico tra le città e di conseguenza le ricadute” ha detto ancora “ Il problema più grande però arriva dalla legge nazionale che prevede che i diversi comuni, provincie e regioni possano decidere autonomamente quanto possa ammontare la tassa. Si va da un minimo di 0,5 a 5 euro. Una decisione a totale discrezione dei comuni che comporterebbe una totale sperequazione dentro il sistema turistico. Insomma si andrebbero a squilibrare le più semplici regole del mercato e della concorrenza”.
E poi, come avverte ancora Barberi, le strutture ricettive diventerebbero gli unici sostituti d’imposta mentre tutti gli altri settori economici che beneficiano del turismo ne risulterebbe esenti. Tra questi ci sono ristoranti, commercio, artigianato, musei, trasporti e parcheggi. Insomma che la tassa si soggiorno per gli albergatori sarebbe una bella mazzata in questo momento di grave crisi economica. “Qualche albergatore potrebbe anche decidere di accollarsi la tassazione per non perdere clientela e fatturato ma ciò porterebbe impoverimento di chi risiede e lavora nel territorio”.
Cosa chiede quindi Federalberghi? E cosa ha risposto l’Amministrazione Comunale? “Al momento non ci ha chiamato nessuno per valutare l’opportunità o meno dell’introduzione della tassa. Ancora non abbiamo intavolato nessun dialogo ma dovremo farlo in tempi brevi. Ne stiamo discutendo da marzo con conferenza stampa, tavole rotonde e altre iniziative” ha dichiarato “Noi ribadiamo un secco no alla tassa di soggiorno e ci muoveremo in tale direzione”. Insomma la Federalberghi è quasi sul piede di guerra. Nei prossimi Consigli verranno valutate opportune modalità per valutare il proprio dissenso.

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