PERUGIA - Il problema esiste tutto l’anno, ma in occasione di certe ricorrenze – prima di tutto la Festività dei Santi - l’abusivismo nella vendita di fiori e piante diventa davvero eclatante. Una situazione gravemente penalizzante per i fioristi in “regola”, su cui richiama l’attenzione la Federfiori della provincia di Perugia, che molte volte in passato ha segnalato l’entità del fenomeno, in alcuni casi – come emerso a seguito dell’accertamento delle autorità – risultato addirittura copertura per forme di illegalità ben più gravi.

“Decine e decine di operatori del commercio di fiori e piante, che vivono del proprio lavoro, che affrontano le difficoltà economiche attuali, che non dispongono di ammortizzatori sociali, che non hanno cassa integrazione – sottolinea il presidente Federfiori-Confcommercio della provincia di Perugia Renato Ceccarelli - devono fare i conti tutti i giorni con l'abusivismo commerciale e con il proliferare incontrollato di vendite, e pseudo vendite, benefiche che proprio su fiori e piante fondano il proprio business. Un vero e proprio Far West, rispetto al quale l’attività di controllo è latitante ed inefficace, anche per l’inadeguatezza delle sanzioni. Una situazione che se era pesante in tempi economicamente più prosperi, nel contesto di grave crisi attuale diventa assolutamente intollerabile”.

Non a caso la Federfiori-Confcommercio nazionale ha dedicato al tema dell’abusivismo e delle vendite incontrollate la sua Prima Conferenza nazionale, svoltasi recentemente a Milano.
Come accaduto in quella sede nei confronti della Regione Lombardia, anche la Federfiori provinciale chiede alla Regione Umbria la stesura di una legge regionale che preveda “norme per la valorizzazione del commercio floreale – disciplina delle “vendite temporanee” su suolo pubblico da parte di enti non commerciali, basata su alcuni principi:
• turnazione dei diversi settori merceologici oggetto delle vendite benefiche;
• il rispetto della libera concorrenza, trasparenza di mercato e la libertà di impresa;
• la disciplina dello svolgimento di 'vendite temporanee' di fiori e piante promosse da Enti non lucrativi a finalità benefica;
• l’individuazione di aree da destinarsi all’esercizio delle 'attività temporanee di vendita' su suolo pubblico da parte di enti non commerciali;
• regolamentazione al numero di “vendite temporanee” durante l’anno.

“La nostra categoria – conclude Ceccarelli – insieme a tante altre del commercio, del turismo, dell’artigianato, si appella ancora una volta alle istituzioni perché intervengano concretamente e con decisione su un fenomeno allarmante, senza eguali in Europa, diventato un sistema parallelo a quello legale, cronicizzato nelle grandi e piccole città dell’Umbria, che droga il mercato, produce evasione fiscale, uccide l’economia legale.

E che, soprattutto, non tutela il consumatore, il quale, data la bassissima qualità della merce venduta dagli abusivi, solo in apparenza fa il cosiddetto “affare”. Solo combattendo l’economia illegale si permetterà ai nostri operatori di guardare al futuro e di continuare a svolgere la propria attività con la professionalità e trasparenza che sono l’unica vera garanzia per i clienti”.
 

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