NOCERA UMBRA - Chi scrive sono alcuni delegati iscritti e simpatizzanti della FIOM CGIL della MERLONI di Nocera Umbra, che politicamente sostengono, e il 5 novembre saranno a ROMA, la linea del partito democratico, che oggi, sulla base delle dichiarazioni di autorevoli esponenti del partito sono “indignati” e non condividono quanto affermano visto che stanno sostenendo le tesi portate da BERLUSCONI in EUROPA.

"Con questo comunicato stampa vogliamo ancora una volta mettere in risalto la difficile situazione in cui versa la A. MERLONI. Dopo tre anni di amministrazione controllata e sei di cassa integrazione a rotazione dirsi indignati è veramente poco. Vogliamo il lavoro questo è il nostro motto ma soprattutto è il nostro modo di vivere e il nostro modo di vedere una società seria e programmata per il futuro, ai ben pensanti vogliamo dire che noi lavoratori della MERLONI non vogliamo vivere di cassa integrazione, e purtroppo pur facendo giri e contro giri di lavoro in alternativa non si trova, e nella eventualità di qualche possibilità è quasi tutto lavoro nero che non fa altro che incrementare le difficoltà.

Ma quello che in queste ore viene proposto per il rilancio dell’economia da parte del governo ITALIANO a nostro giudizio va oltre al ridicolo, se il rilancio passa attraverso il licenziamento dei lavoratori vuol dire che i nostri governanti sono fuori dalla realtà del paese, sostenere “tanto peggio tanto meglio” è fuori da ogni logica.

L’incapacità di creare nuovi posti di lavoro non può avere l’alternativa di toglierlo a chi ce l’ha, e farlo vivere senza rendita fino alla pensione, che tra l’altro viene inesorabilmente innalzata di 8 anni rispetto ai canoni attuali.

Vogliamo quindi un ripensamento serio su questo argomento, le lettere tra Berlusconi e il resto dell’EUROPA ci sembrano come quelle di due innamorati ormai alla crisi, ma chi deve subire le lacrime e sangue non vogliamo essere noi lavoratori, operai ecc, ed un ulteriore sgomento ci viene dato dalle dichiarazioni del PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA GIORGIO NAPOLITANO, che di fatto invita a proseguire su questa strada, fino ad ora è stato il garante di tutti, ma oggi affermare che il licenziamento può essere l’ elemento per uscire dalla crisi perché ce l’ho impone l’EUROPA non sta ne in cielo ne in terra.

Il concetto lavoro probabilmente ha bisogno di essere rivisto, ma non mettendo in mezzo ad una strada milioni di lavoratori, probabilmente sbagliamo, ma crediamo che una grande parte di responsabilità la si deve attribuire alla nostra classe imprenditoriale, la MERLONI è un esempio, la loro incapacità di gestire in molti casi si è evidente. Leggiamo e ascoltiamo che molti imprenditori non parlano di licenziare o di abbassare lo stipendio, ma sostengono che l’abbassamento delle accise nei confronti delle loro aziende può dare competitività, ed allora ci chiediamo: perché non percorrere questa strada piuttosto che umiliare i cittadini ITALIANI?"

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