LIMA - In Peru' i corrieri della droga vengono chiamati ''burrier'' (da ''burro'', asino) e questo era Roberto Palazzoni, perugino di 44 anni, morto a Cusco con 103 ovuli di cocaina nello stomaco, per un totale di oltre 400 grammi di droga.

La rottura di una delle confezioni gli e' stata fatale: il rilascio della sostanza ha causato un aneurisma cerebrale e irreversibili danni renali, fino al decesso, dopo due giorni di agonia, in un letto dell'Unita' di terapia intensiva dell'ospedale di Cusco, citta' alle porte del Machu Picchu.

Lo hanno trovato i vigili del fuoco, accasciato a terra e privo di conoscenza lungo la strada che porta all'aeroporto cittadino Alejandro Velasco Astete, mercoledi' scorso. In tasca aveva un biglietto aereo per tornare in Italia. Il nipote, arrivato dall'Umbria, ne avrebbe voluto cremare le spoglie, ma le autorita' locali hanno rifiutato il nulla osta, chiedendo che per il momento venga sepolto nel cimitero locale, nel caso in cui dovessero essere condotti nuovi accertamenti.

E' una nuova storia di droga e di italiani in Peru', primo Paese al mondo in fatto di export di cocaina e unico in America Latina a vedere un incremento delle coltivazioni illegali delle foglie di coca, che superano i 61 mila ettari.

Intanto, con la crisi economica che morde il vecchio continente - spiegano le autorita' - sono in aumento gli europei che si lasciano convincere dalle organizzazioni dei narcos latinoamericane a trasportare la droga. Ogni viaggio puo' fruttare tra i 3000 ed i 5000 euro: in Argentina, ad esempio, nei primi nove mesi dell'anno, dei 72 corrieri arrestati dalla Direzione generale delle dogane all'aeroporto internazionale Ezeiza, a Buenos Aires, 27 sono europei, con spagnoli e italiani in testa (rispettivamente 13 e 4 i fermati).

Di solito il ''lavoro'' viene pagato a consegna avvenuta e puo' succedere che in caso di problemi, i criminali non si facciano scrupolo di uccidere i corrieri per recuperare la sostanza stupefacente. E tra i rischi c'e' anche quello dei decessi da overdose causati dalla rottura degli ovuli nello stomaco: come successo a Palazzoni, puo' capitare infatti che il lattice si buchi e la quantita' di droga che ne fuoriesce determini l'effetto letale.
 

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