PD/ Franceschini a Perugia: “Ricostruzione. In nome del popolo italiano”
PERUGIA – “L’Italia vive un momento drammatico attraversato da una crisi che è insieme economica, sociale e istituzionale. L’idea di arrivare in queste condizioni al 2013 è devastante e l’ostinata permanenza di Berlusconi al Governo ha un costo enorme per il Paese”. Per questo ci sarebbe bisogno di “un nuovo governo di transizione, sostenuto da un’ampia maggioranza, che abbia credibilità all’estero e fiducia tra gli italiani e che sia messo nelle condizioni di fare le riforme essenziali ad assicurare la crescita e di lavorare su una nuova legge elettorale per poi tornare alle urne in un clima sereno e civile”.
Parola di Dario Franceschini, Capogruppo Pd alla Camera, che ieri sera ha partecipato, insieme a Lamberto Bottini, Segretario Regionale del Pd Umbria, a Dante Andrea Rossi, Segretario Provinciale del Pd di Perugia, e a Franco Parlavecchio, Segretario Comunale del Pd di Perugia, a un’assemblea pubblica organizzata dai Circoli Pd di Perugia Sud presso il Cva di Case Nuove di Ponte della Pietra.
“Il Paese – ha sottolineato Franceschini – ha accumulato un ritardo di crescita che va urgentemente colmato. Ma dobbiamo spiegare che non siamo arrivati a questo punto per caso: a tre anni dalla crisi ci sono Paesi che hanno agganciato la ripresa e altri che sono rimasti in coda, ci sono governi che hanno con chiarezza e onestà dichiarato la gravità della situazione e chiesto sacrifici, altri, come il nostro, che hanno scelto la via della negazione, hanno messo in campo solo interventi tampone e non sono stati in grado di individuare i settori su cui investire per tornare a crescere”.
Un esempio? “L’ambiente in questo decennio è un po’ come l’informatica negli anni ‘80”. Ecco perché il Pd “ha presentato misure per la crescita che fanno i conti col Paese reale”, tra cui “un grande piano contro l’evasione fiscale, che in momenti come questo diventa un delitto morale oltre che un reato fiscale, per far pagare chi non paga mai, l’introduzione della tracciabilità dei pagamenti, una tassa patrimoniale sui grandi patrimoni”.
Ma la crisi economica, secondo Franceschini, è aggravata da forti tensioni sociali “esplose in piazza il 15 ottobre”. Sono il frutto di un “fallimento totale del governo, che mentre Bruxelles ci chiede di investire in sviluppo mette all’ordine del giorno alla Camera intercettazioni, prescrizione breve, processo lungo”.
Il Pd “ha un’altra proposta, concreta e alternativa”. L’auspicio è che il governo cada e che si possa dar vita a un governo di transizione che traghetti il Paese fuori dal pantano. Per farlo “è necessaria – ancora Franceschini – una grande mobilitazione civile che dia vita alla ricostruzione del Paese”. La coalizione? “Il più larga possibile, per avere il consenso necessario a cambiare radicalmente il Paese, ricostruendone il tessuto di valori che Berlusconi ha smontato e riscrivendone le regole”. Del resto, come ha ricordato Franceschini, “i Partigiani non si chiedevano se erano per la Monarchia o la Repubblica prima di combattere per liberare il Paese”.
L’assemblea di ieri sera è stata anche l’occasione per presentare la manifestazione in programma il 5 novembre in Piazza San Giovanni, a Roma: “Ricostruzione. In nome del popolo italiano”. “Un’occasione – secondo Bottini – per parlare di una nuova idea per l’Italia che vuole e ha bisogno di essere ricostruita. E al Pd compete parlare positivo, con progetti per il Paese, guardando a valori come l’uguaglianza, lo sviluppo per tutti, il bene comune”.
“Con la consapevolezza – ha aggiunto Rossi – delle difficoltà che dovremo affrontare”. Sono le premesse per candidarsi al governo del Paese, con la credibilità necessaria a superare quello scarto “che non ci ha consentito – ha concluso Parlavecchio – di vincere in Molise”.

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