Lasciare 2/3 dei lavoratori fino al 2014 in cassa integrazione senza al momento nessuna speranza di essere ricollocati, non ci appaga per quanto abbiamo detto e fatto in questi anni . Le uniche speranze per i 1700 lavoratori sono racchiuse nell’ Accordo di Programma stipulato nel febbraio del 2010 a ROMA tra governo e regioni, oggi rimodellato in base a questi nuovi sviluppi.

Nel sito di GAIFANA sono stati messi a disposizione 40 000 m ² di capannone, non vorremmo ancora una volta cadere in false e vane illusioni o aspettative, pertanto auspichiamo che tale operazione abbia già un percorso individuato magari legato all’Accordo di Programma.

In questi giorni la tensione dei lavoratori sta crescendo sempre più e sarebbe un errore grave dire a 2/3 di essi che non entreranno nelle “grazie “ della QS o come si chiamerà e che dopo altri 2 anni di cassa integrazione le prospettive di ricollocazione in questo ambito non ci saranno più , pertanto come Delegati Fiom vorremmo che l’acquisizione e l’Accordo di Programma procedessero parallelamente.

Oggi si rischia di creare lavoratori di serie A e di serie B, a noi questo non piace; a questo punto è necessario, come più volte ribadito, tenere aperto il tavolo delle trattative in particolare tra regione e organizzazioni sindacali, per stabilire percorsi che siano in grado di soddisfare tutti i soggetti interessati, e capire l’efficacia dell’accordo di programma.

In questa fase è assolutamente indispensabile che la Regione e il Governo si esprimano riguardo i 40000 m ² messi a disposizione, capire se ci possono essere prospettive di lavoro alternative all’elettrodomestico e l’eventuale forza lavoro occupabile.

Al Dott. PORCARELLI , anche se non ha bisogno dei nostri suggerimenti, chiediamo di gestire in maniera parsimoniosa l’assunzione del personale, informando anche le organizzazioni sindacali sui criteri che intende adottare.

La lotta non è finita, ci attendono ancora tempi duri e invitiamo le maestranze a non mollare, le manifestazioni non servono a perdere tempo, ma bensì a dimostrare tutto il nostro malessere per il presente ma soprattutto il futuro nostro e dei nostri figli.

Delegati Fiom-Cgil A. Merloni
 

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