Monacelli interroga Marini su legittimità della lettera aperta dipendenti Asl 3
Chiede alla governatrice se ritiene legittimo l'atto in considerazione del “tono della missiva che sembra farsi 'minaccioso' allorquando si allude a conseguenze sul piano politico, ovvero al ricatto di voti che eventualmente verrebbero a mancare, nel tentativo di condizionare scelte in materia di sanità…”
PERUGIA – Il capogruppo regionale dell'Udc, Sandra Monacelli ha presentato una interrogazione (question time) alla Presidente della Giunta regionale, Catiuscia Marini, per sapere se ritiene legittimo l'invio alla stessa Governatrice di una lettera aperta da parte di una quarantina di dipendenti dell'Asl 3, relativa alla rimozione del direttore generale Gigliola Rosignoli, parzialmente pubblicata nel Corriere dell'Umbria di sabato 8 ottobre.
In particolare, il capogruppo centrista punta il dito sul “tono della missiva che sembra farsi 'minaccioso' allorquando si allude, in verità in maniera nemmeno troppo velata, a conseguenze sul piano politico, ovvero al ricatto di voti che eventualmente verrebbero a mancare, nel tentativo di condizionare scelte in materia di sanità, che in realtà dovrebbero essere di natura squisitamente strategico-politica”.
“Quanto già ampiamente emerso dall'indagine denominata 'Sanitopoli' - spiega Monacelli -, mostra un sistema con chiare dinamiche di gestione e contatti illeciti tra privati e pubblici amministratori, evidenziando una inaccettabile commistione tra politica e direzione tecnica, o tale dovrebbe essere, nella sanità umbra e particolarmente presso l'Asl 3. Appare fortemente inopportuno – osserva - il protrarsi di tali anomalie, mentre è tutt'ora in corso l’indagine sulle pratiche politicamente deviate nella sanità umbra, ma soprattutto in un momento di seria riorganizzazione del sistema stesso, nel quale non è possibile concedere a nessun feudo della politica egoistiche prerogative, cadendo in evidente contraddizione con l'avvertita necessità di una nuova etica pubblica”.
Per Monacelli, tutto ciò “non fa che riportare nuovamente alla luce quanto già emerso confermando tale clamorosa confusione di ruoli, dando ampiamente contezza di un sistema piegato alle logiche del potere politico piuttosto che progettato in risposta ai bisogni delle persone”.
L'esponente centrista chiede quindi all'Esecutivo di Palazzo Donini “quali provvedimenti intenda adottare per esercitare appieno le prerogative del suo mandato, nella gestione della sanità umbra, allo scopo di restituire ai cittadini la fiducia nelle istituzioni ed in particolare in un corretto ed efficiente sistema sanitario che dovrebbe essere particolarmente attento alle prestazioni anziché alla 'governance' ancorché politica”.

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