Nell'anno che verrà, il bilancio del Comune di Gualdo Tadino rischia di non essere chiuso per effetto dei tagli draconiani del governo e dell'irrigidimento insopportabile dei vincoli del Patto di stabilità. O meglio, potrà essere chiuso in sessione previsionale sotto un profilo formale e meramente contabile nei soli casi in cui l'Amministrazione comunale dovesse porre mano ad un pesantissimo e lineare inasprimento della pressione fiscale, tributaria e tariffaria nei confronti dei gualdesi e ad una drastica riduzione della quantità e della qualità dei servizi in capo all'Ente locale. Dopo il massacro, una macelleria sociale delegata dal governo ai Comuni: strano tipo di federalismo e di sussidiarietà.

Se fino ad oggi per la Giunta è stato possibile destreggiarsi alla meno peggio e sottacere le gravi responsabilità della politica economica e finanziaria di un governo che si è accanito contro i cittadini, mettendo prevalentemente e proditoriamente alle strette e con le spalle al muro gli Enti locali, da oggi il re è tutto nudo, o megli saranno nudi i gualdesi che potranno contare su meno servizi e dovranno pagare più tasse.

Per evitare lo scenario peggiore e risparmiare ai cittadini ulteriori, ignobili ed ingiustificabili sacrifici, vanno dunque immaginate e compiute delle scelte coraggiose e intelligenti che sono alla portata delle decisioni dell'Amministrazione comunale e che dalla nostra comunità potrebbero essere recepite positivamente, a differenza del passato, se esse vengono commisurate alle predette ed inevitabili alternative. Già abbiamo parlato di ESA e di servizio idrico integrato, ma è possibile fare di più.

In molti Comuni a noi vicini si è già aperto il confronto sui bilanci, su dove e come tagliare, su quali priorità di intervento mantenere o su quali dismettere, su quali servizi sacrificare e su quali investire, o meglio non tagliare. In questo contesto è già suonato un campanello d'allarme. A Città di Castello, per esempio, per dire di un Comune vicino a noi e che con noi condivide problematiche speculari sui conti, si discute addirittura sull'opportunità di mettere in vendita le farmacie comunali e c'è chi preme follemente su questa ipotesi, come unica soluzione alle difficoltà del bilancio dopo le finanziarie estive del governo. Prima che anche da noi a qualcuno venga in mente di aprire le serrande del Comune per i saldi di fine stagione e mettere in svendita senza tanti convenevoli patrimonio, beni collettivi e gioielli di famiglia, è necessario pensare a delle soluzioni e agire quelle alternative che sono nelle nostre possibilità.

Le farmacie del Comune non sono solo dei presidi di salute che svolgono un ruolo ed una funzione pubblici e sociali indiscutibili e storicamente provvidenziali: sono anche delle attività di servizio di indubbia ed indiscutibile rilevanza economica che producono profitti utili ad essere reinvestiti nell'interesse generale e fondamentali al mantenimento della spesa corrente e perlopiù sociale dell'Ente locale. Se è vera la vulgata che pretende dai servizi pubblici locali efficienza, efficacia ed economicità, è tanto più vera ed auspicabile nel caso delle farmacie comunali e non si trovano ragioni per affermare il contrario, mentre ce ne sono per pretenderne un'ulteriore valorizzazione, sfruttando ogni possibilità che il mercato concorrenziale dei servizi mette a disposizione. Quella delle farmacie comunali è un'esperienza che anche nella nostra Città, storicamente, ha coniugato finalità di interesse collettivo e redditività per le casse del Comune: nel nuovo scenario di crisi, ne vanno ripensate le strategie e le prospettive di servizio così come va valorizzata ogni loro potenzialità di natura economica.

Per quanto riguarda la farmacia Ospedale Calai non si pone alcuna questione: essa è stata ricollocata nel centro storico cittadino in un contesto dotato di servizi e di respiro. La scelta è stata felice e ad ogni modo obbligata, per quanto il servizio risenta della crisi comune a tutte le altre attività commerciali del centro storico e per quanto, proprio per questo, urgono politiche più concretamente definite a constratare tale dinamica. La scelta era doverosa ed inevitabile.

La farmacia di Cerqueto che per anni ha tratto beneficio dalla sua posizione felice di visibilità lungo una strada di grande percorrenza e nel contesto di una significativa espansione urbanistica, demografica e sociale della frazione in cui è ubicata, al contrario, non ha mai dispiegato nè dispiega oggi ogni sua potenzialità economica, sociale e di servizio e comunque rimane ai margini di queste dinamiche di espansione che hanno visto nella nascita del centro commerciale Porta Nova il loro definitivo sbocco.

E' in virtù di tutte queste riflessioni che oggi si rende ineludibile e necessario riconsiderare l'ipotesi del trasferimento della farmacia di Cerqueto proprio all'interno dell'area commerciale più grande e diversificata della nostra Città. La farmacia resterebbe prossima al bacino d'utenza delle frazioni servite, rispetterebbe le consegne geografiche della pianta organica regionale per le farmacie, c'è una disponibilità favorevole ad ospitarla gratuitamente per un avviamento di due anni e, perciò, nulla osterebbe per la ricollocazione del presidio.

I "sacrifici" del bacino d'utenza che serve sono minimi e sopportabilissimi se paragonati alle possibilità che una redditività della farmacia di gran lunga maggiore dell'attuale garantirebbero alla tenuta del bilancio dell'Ente locale. Dalla nuova collocazione del presidio farmaceutico, in considerazione dell'alto numero di frequentatori, ne risulterebbe esaltata anche la sua funzione socio-sanitaria, soprattutto sul versante delle campagne di prevenzione per la salute e di informazione sui più corretti stili di vita. Non solo per fini meramente economici e contabili, dunque, questo patrimonio comune può e deve essere valorizzato.

Comprendiamo l'orgoglio dei cerquetani che vantano la presenza di una farmacia al centro della loro frazione, ma i benefici che da questa operazione può trarre vantaggio l'intera comunità gualdese, loro compresi, sono di gran lunga superiori, nella prospettiva certa del disastro dei conti pubblici del Comune, a qualsiasi rivendicazione introcampanilistica o a qualsiasi bassa considerazione di opportunità politica ed elettorale.

Anche a Gualdo è giunto il tempo delle scelte irrinviabili: quella che si pone in questo caso è tra la possibilità di valorizzare anche economicamente un patrimonio di tutti i gualdesi a beneficio di tutti gualdesi e la certezza che tra un pò, inevitabilmente, quel patrimonio venga fatto oggetto dei saldi di fine stagione cui la politica delle classi dirigenti amanti delle svendite chiamate privatizzazioni ci vuole condannare o venga più semplicemente meno in virtù della crisi finanziaria del nostro Comune.

Noi, a Gualdo - e a Cerqueto - abbiamo un'altra possibilità: sfruttiamola al meglio e da subito. Non lo farà una Giunta Morroni alla frutta ed in preda al panico tipico degli uccellini in gabbia? Lo farà la sinistra, quella nuova sinistra che ambisce a governare una Città, cambiandola, avendone a cuore solo il bene comune e superando quei legacci vetusti e quei più stupidi veti incrociati e conservatori del tempo che fu (siccome immobile), così consueti in questo centrodestra nella sua prima e già fallimentare prova di amministrazione, come in quella sinistra di cui infine determinarono la sconfitta.

Se il mondo rischia di crollare, il mondo non può certo essere lasciato così come è stato trovato.

Per la sinistra per Gualdo
Gianluca Graciolini

 

Condividi