ROMA - La gioia, il pianto, il trionfo, lo status di celebrita' che Amanda Knox si e' guadagnati con il processo e l'assoluzione, il ''culto'' della sua personalita' sono fuori luogo, anzi sono un ''un insulto alla memoria'' di Meredith. A parlare e' John Kercher, il padre della ragazza inglese assassinata a Perugia quasi quattro anni fa, che si sfoga in un'intervista pubblicata oggi sul quotidiano britannico Daily Mail, nella quale ribadisce tutti i suoi dubbi sull'esito del processo di appello e lascia fluire l'amore per la sua Mez, ormai ''dimenticata'' dai media.

''Amanda avrebbe dimostrato maggiore sensibilita' nei confronti di Meredith se avesse mantenuto un basso profilo. Non voglio fare polemica, ma credo sia sbagliato sfruttare a proprio vantaggio un omicidio'' dice. ''Non credo - precisa pero' Kercher, 68 anni, giornalista freelance - che Amanda si sia creata a tavolino il suo status di celebrita', ma che gli sia stato fabbricato addosso. Tuttavia lei non l'ha rifiutato''.

Quanto all'assoluzione di Amanda e Raffaele Sollecito, "e' stato uno shock". ''Pensavo che il giudice avrebbe confermato le loro condanne, forse riducendo le pene per equilibrarle con quella di Guede'', l'ivoriano ancora in carcere per il delitto. In assenza di una confessione, dunque, non c'e' ancora ''alcuna spiegazione di perche' Meredith sia morta'' e questa, dice il padre di Mez, ''e' la parte che proprio non riesco a capire''. Infatti, ''chiunque conoscesse Meredith l'adorava'', lei cosi' ''amorevole e generosa''. Ma se ad ucciderla fosse stata una sola persona? Non puo' essere: ''Meredith si sarebbe difesa'', era ''cintura marrone di karate'', e pur sembrando gracile, era in realta' ''forte, tosta''. Sul suo corpo pero' non c'erano segni di colluttazione, ma ben 40 ferite da coltello.

Lui non vuole entrare nel merito, ma dice di sostenere in pieno la decisione dell'accusa di ricorrere in Cassazione. Un dolore che non sembra in alcun modo lenirsi quello che tormenta John.

''Perdono? Anche se sapessi chi l'ha uccisa non credo che potrei perdonare'', dice. ''Meredith da bambina era intelligente e spiritosa, con un senso dell'umorismo gia' adulto'', ricorda. Quando lascio' l'universita' di Leeds dopo il primo biennio ''poteva scegliere se andare a Roma, Milano o Perugia. Lei amava Roma e credo che a Milano sarebbe stata bene, ma sentiva che avrebbe avuto maggiori possibilita' di fare amicizia a Perugia che in una citta' piu' grande''.

L'ultima volta che John Kercher ha visto la figlia era un mese prima che morisse: era venuta in Inghilterra, si trovavano in un ristorante italiano a Croydon, appena a sud di Londra, dove ora e' sepolta, vicino alla loro casa di Coulsdon, nel Surrey. ''Aveva comprato un paio di stivali che voleva mostrarmi''.

L'ultima volta che l'ha sentita, il giorno del delitto. Le sue ultime parole: ''Ti voglio bene''. Sono le due del pomeriggio (le 15 italiane). Poi, tre ore dopo, ''la mia ex moglie mi ha chiamato dicendo di aver sentito nelle notizie'' che una ragazza britannica era stata uccisa a Perugia. ''Mi sono detto: e' pieno di studentesse inglesi a Perugia''.

John telefona al giornale per il quale aveva lavorato in passato, chiedendo ai colleghi di informarsi. Giusto uno scrupolo. ''Mezz'ora dopo, ho ricevuto una telefonata dalla redazione esteri. Mi hanno detto che il nome che circolava era quello di Meredith. Mi e' caduto il telefono di mano''.

John non ha voluto vedere il suo corpo: ''Volevo che l'ultima immagine fosse quella di lei seduta nel ristorante italiano di Croydon mentre rideva e mi faceva vedere i suoi stivali nuovi''.
 

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