PERUGIA - I consiglieri regionali dell'Italia dei Valori Oliviero Dottorini e Paolo Brutti hanno spiegato in una conferenza stampa che si e' tenuta stamani a Palazzo Cesaroni la loro idea di riassetto istituzionale dell'Umbria, che vogliono condividere con le altre forze di maggioranza. Si' al dimezzamento delle Asl ma senza creare altre sottostrutture. No al conferimento di ulteriori deleghe alle Province. E' un'Umbria basata sui Comuni e sulla Regione, che dovra' riassumere funzioni delegate e responsabilita', facendo a meno di Agenzie ed enti intermedi, eliminando consulenze e doppioni.

Su questa strada il sostegno dell'Idv non manchera', ma Brutti e Dottorini - riferisce una nota della Regione - non accetteranno ''adattamenti'' della Riforma in essere sulla base di esigenze localistiche o personalismi. ''Non faremo mancare il nostro apporto alla Giunta nell'intenzione di dimezzare le Asl da 4 a 2 o nel costituire un'unica Azienda ospedaliera strettamente integrata con l'Universita', purche' non ci siano trucchi coi quali riformare delle sottoaziende o nuovi enti intermedi che ripropongano duplicati di quelli che si vogliono abolire, come gli Ati o le Comunita' montane.

Ma i segnali che ci arrivano sono contrastanti. All'indomani della raccolta di firme su legge elettorale e abolizione delle Province, un documento di Giunta inviato in Commissione va ad attribuire ancora nuove competenze alle Province di Perugia e di Terni, mentre il quadro politico nazionale converge verso l'abolizione di questi enti.

Per l'Italia dei Valori - hanno detto in conferenza stampa il capogruppo Oliviero Dottorini e il segretario regionale Paolo Brutti - il riassetto istituzionale dell'Umbria va impostato su due soli livelli: i Comuni, che devono fare economia di scala e riunirsi per i progetti piu' impegnativi, e la Regione, che deve riprendersi le deleghe affidate alle Province''.

I consiglieri dell'Idv sono pronti a discuterne con le altre forze di maggioranza, ma avanzano piu' di una perplessita' sulla effettiva consistenza di un processo di ''dimagrimento'' che, secondo loro, deve andare a toccare tanti settori della Pubblica amministrazione: le Agenzie regionali devono essere ricondotte all'interno degli assessorati, gli Ati dell'acqua e dei rifiuti (soppressi dalla legge ''42/2010'') vanno riportati all'interno della Regione (che gestira' nella fase transitoria i quattro contratti di servizio in essere).

I compensi dei dirigenti, oggi allineati se non superiori a quelli dei manager privati, devono essere ridotti. Vanno eliminate le consulenze che sostituiscono professionalita' interne all'Ente e il peso delle direzioni in Regione va ridimensionato eliminando le consulenze ai dirigenti andati in pensione.

Un capitolo a parte, nel documento presentato dall'Idv, e' dedicato al sistema sanitario regionale: bene le due Asl (per Dottorini anche una sola, ma senza 'sotto Asl' a garanzia dei territori) con grandi ospedali ad alta specializzazione. No alla iper-ospedalizzazione. ''Oggi abbiamo tanta lungodegenza e riabilitazioni, il 76 per cento delle attivita' si svolge per interventi di livello medio-basso - ha detto Brutti -. Dove c'e' un grande chirurgo si fa la toracica, se sta a Terni si va a Terni, non deve necessariamente esserci anche a Perugia. Serve una maggiore cura delle specializzazioni, senza duplicati. E un unico rapporto con l'Universita'''.

''L'Umbria - ha detto Brutti - ha un apparato istituzionale e amministrativo pletorico, con 800 mila abitanti ma il numero di enti pubblici pari a quello di un Cantone svizzero. Una volta la chiamavamo 'democrazia partecipata', ma ha prodotto un circuito dove pochi mantengono una vicinanza interessata con i centri di potere''.

''Un momento di crisi economica come quello attuale - ha detto Dottorini - puo' essere proficuo per sviluppare politiche di contenimento delle spese e di riduzione degli apparati istituzionali. E' un'occasione per un cambiamento vero. Se la presidente Marini dimostrera' di seguire questa direzione, noi ci saremo''.
 

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