PERUGIA - Nei prossimi tre anni nelle casse della Regione in seguito ai tagli delle manovre finanziarie del governo arriveranno 120 milioni di euro in meno da spendere per la sanita' pubblica. C'e' il rischio - ha detto la presidente della Regione, Catiuscia Marini, intervenendo oggi alla presentazione di una campagna per la prevenzione dei tumori al seno - di un 'welfare selettivo' con una riduzione delle prestazioni da parte della sanita' pubblica ed i cittadini costretti a pagarle nelle cliniche e laboratori privati.

In Umbria questo non deve accadere e per questo da subito - ha detto la Marini - ''dobbiamo impegnarci per governare e non subire questa difficile transizione con un percorso di forte riorganizzazione del sistema''.

La presidente ha fatto anche qualche esempio concreto: l'Umbria puo' permettersi due cardiochirurgie mentre un terzo dei pazienti si rivolgono ad ospedali di altre regioni, con un costo per la sanita' umbra di 800 milioni all'anno? Ed ancora: e' sostenibile la spesa per tenere in vita ben 11 punti nascita in una regione con meno di un milione di abitanti? Il sistema va governato ''in modo unitario sulla dimensione regionale''.

L'Umbria e le altre regioni considerate piu' virtuose nella gestione della sanita' saranno maggiormente penalizzate - ha detto - dalle ''scelte qualitativamente sbagliate delle manovre finanziarie''. Si deve ''gestire la fase di cambiamenti e non subirla'' intervenendo, ad esempio, sulla dimensione delle Asl, ''governando a livello regionale le grandi tecnologie sanitarie'', costituendo ''dipartimenti interaziendali''.

Insomma - ha piu' volte sottolineato la presidente - occorre un 'governo regionale' e non localistico della sanita', con l'obiettivo di riaffermare la centralita' del sistema sanitario pubblico ora messa in discussione e mantenendo a quella privata il ruolo di integrazione e non sostituzione.

Coniugando compatibilita' economica e qualita' dei servizi. Con tanti tagli finanziari - ha detto l'assessore regionale alla sanita', Franco Tomassoni - ''problemi ci saranno'' e noi ''dobbiamo essere ancora piu' bravi'' per mantenere quei livelli di eccellenza del sistema sanitario umbro.

L'assessore, nel suo primo incontro con il personale del Polo unico, ha detto che con meno risorse disponibili occorrono ''ottimizzazione dei costi, riduzione degli sprechi e una migliore organizzazione per finanziare i nuovi bisogni sanitari'' mentre il governo ''ha azzerato i trasferimenti per il sociale''. ''Risparmiare per investire'' - ha detto piu' volte - perche' la salute e' un diritto dei cittadini.

“Scatto in avanti per riorganizzare il Polo unico ospedaliero” - Ha parlato invece di uno ''scatto in avanti'' e di ''forte discontinuita''' con il passato il commissario straordinario del Polo unico ospedaliero di Perugia Walter Orlandi illustrando oggi a medici, infermieri e impiegati quelle che ha definito ''provocazioni, linee guida'', per affrontare il difficile passaggio della sanita' pubblica dopo i tagli alle risorse delle varie manovre finanziarie presenti e future.

Il polo unico ospedaliero di Perugia - ha spiegato  sempre Orlandi - va riorganizzato negli spazi e nei servizi. I posti letto vanno riservati a malati che ne hanno effettivamente bisogno; i ricoveri per le diagnosi e per la semplice assistenza vanno evitati ricercando altre soluzioni. L'ospedale non puo' diventare un ospizio per anziani. Vanno ridotte specialita' per evitare duplicazioni con altri ospedali regionali e ricercate invece le sinergie. Locali che erano destinati ad ambulatori e camere non possono essere utilizzati come uffici.

Per il quinto anno consecutivo - ha detto ancora- il bilancio registra un ''equilibrio di gestione'' con servizi che dal punto di vista qualitativo e quantitativo collocano la sanita' umbra a livello di eccellenza nei vari report nazionali. ''Eccellenze - ha ggiunto - che sono dei punti di forza, ma in tempi molto rapidi occorre uno scatto in avanti, di forte discontinuita', nella riorganizzazione ed innovazione''.

Il commissario straordinario ha parlato di ''riduzione di posti letto'' da riservare ai soli ''casi acuti'' con la ''deospedalizzazione per diagnosi ed assistenza''. Per gli anziani - ad esempio - vanno ''inventati nuovi modi per assisterli''. Vanno evitate le ''duplicazioni'' con l'ospedale di Terni di alcune specialita' e ricercate ''sinergie forti'' con ospedali contigui. Nell'ambito della convenzione con l'Universita' va discussa in un tavolo tecnico l'utilizzazione dei locali dell'ospedale destinati a servizi per malati e non per uffici.

Gli ha subito risposto il preside della facolta' di Medicina Luciano Binaglia annunciando che anche l'Universita' si sta attivando per ''decongestionare le strutture ospedaliere liberandole dagli uffici amministrativi''.
 


 

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