Bilancio 2012 Comune di Perugia - Ipotesi: Quote della Gesenu in vendita
di Nicola Bossi
PERUGIA – E’ già tempo di decisioni importanti, per non dire fondamentali, per mettere le basi al futuro bilancio 2012 del Comune che si annuncia tra i più difficili della storia dopo i tagli ulteriori ai budget – altri 8 milioni all’anno – e l’innalzamento del Patto di Stabilità per fronteggiare la crisi internazionale. Lunedì è prevista la riunione di maggioranza: allo stesso tavolo siederanno Giunta e rappresentanti di centrosinistra per fare il punto sulla situazione (che sarà breve per la sua drammaticità) e allo stesso tempo capire se c’è una linea comune sul come e dove reperire nuovo risorse per mantenere i servizi al cittadino e un minimo di investimenti. Uno dei punto cruciali per il bilancio 2012 sarà quello del pacchetto azionario del colosso dello smaltimento dei rifiuti Gesenu.
Il Comune ne detiene qualcosa come il 45 per cento. L’idea è quella di mettere in vendita almeno la metà dei titoli di Palazzo dei Priori. Non sarà un’operazione a svendere perché l’ente è all’acqua alla gola, ma secondo i politici e gli uffici sarebbe una grande opportunità. Da una stima molto ufficiosa si parla di un valore almeno di 15 milioni di euro per quanto riguardo il 20 per cento delle azioni da vendere. Se l’asta andrà a buon fine, c’è un capitolo del Governo che ai comuni virtuosi, che alienano quote di società partecipate, consente di spendere un tot di risorse oltre la quota del Patto di Stabilità. Insomma si acquisiscono nuove risorse senza inventarsi chissà quali manovre da lacrime e sangue.
Al Comune resterebbe della Gesenu un buon pacchetto di azioni che servirà per continuare a vigilare sui costi del servizio in bolletta. L’azienda perugina dovrebbe essere quotata in borsa entro il 2012. Altro capitolo doloroso, ma già ampiamente annunciato: la maggioranza dovrà esprimere un’opinione definitiva sia sull’introduzione della tassa di soggiorno rivolta ai turisti ma da far applicare ai “nostri” albergatori che l’aumento dell’0,1 per cento dell’addizionale Irpef. Se la tassa di soggiorno è ormai entrata nell’immaginario collettivo e si cercherà di far pagare quei turisti che possono permettersi un soggiorno con “molte stelle”; sull’addizionale Irpef non mancherà dibattito. Da sinistra si chiede almeno il mantenimento della fascia di esenzione che il Comune ha adottato sempre in questi anni elevandola anche oltre i redditi minimi previsti dalla legge. Si parla di 20mila persone. Infine, caccia ai furbetti che con falsi Isee si prendono agevolazioni e case popolari.

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