Chiude un’altra fabbrica, ma a Gualdo va tutto bene – “Non avremmo mai voluto commentare un altro dramma operaio che proprio in questi giorni si sta consumando nella nostra Città. Altre sedici persone, tra lavoratrici e lavoratori, finiscono sulla strada e senza alcun’altra prospettiva che la disoccupazione. Altre sedici persone si ritrovano senza niente a dover mantenere se stessi e la propria famiglia”. Inizia così una lunga nota a firma di Gianluca Graciolini per Sinistra per Gualdo, che così continua:
“E non avremmo mai voluto farlo, rischiando facili accuse di strumentalizzazione, mettendo in relazione questa vicenda con una politica che continua ad essere irresponsabile sulla crisi, con quella politica che continua ostinatamente a negare la crisi economica e sociale e fa oziose passerelle di ottimismo.

Se chiude una fabbrica non è certo colpa di un’Amministrazione comunale, ma se le fabbriche continuano a chiudere i battenti una dopo l’altra, un giorno sì e l’altro pure, nel mentre le classi dirigenti del nostro Paese e di questa Città pensano solo ad azzuffarsi, a come salvarsi, a come dare un’altra rappresentazione della realtà e a come imporre rimedi che sono in tutto uguali alle origini del male, allora i governi nazionali e locali che in questa politica sguazzano diventano responsabili e concorrono nelle cause di questa quotidiana catastrofe economica e sociale”.

“Un’altra fabbrica di ceramica chiude a Gualdo, UmbriaVerde, sotto la morsa della crisi dei mercati nazionali ed internazionali ed alla prova di questa globalizzazione, nella perdurante e più sciagurata assenza di uno straccio di politica industriale del governo e nel disinteresse sostanziale dell’Amministrazione comunale. Il Sindaco Morroni e l’assessore alla decrescita Pompei – nota Graciolini - lancia in resta, all’inizio dell’estate, avevano fatto visita all’opificio solo per rallegrarsi del nulla, farsi fotografare per ostentare la loro vicinanza agli imprenditori e per iniettare la solita dose di facile ottimismo.

Per quanto richiamammo attenzione sul fatto che la situazione era ben diversa da quella loro “fotografata”, con operai che accumulavano odiosi e pesanti ritardi per il pagamento dei loro stipendi e con chiari segnali di crisi profonda tra le piccole imprese e l’artigianato della ceramica, i due amministratori avevano rassicurato: l’importante in quel momento era farsi ammirare nei giornali e far dire alla Città che bravi che sono, sono usciti dal palazzo già all’epoca interessato dal culmine della prima crisi politica di Giunta, fanno visita alle fabbriche e si rendono conto dei problemi di operai e imprenditori”.

“Macchè, andava tutto bene, solo qualche problema di accesso al credito…Se quella fabbrica chiude non è certo colpa di Morroni o di Pompei, ma se quegli operai si ritrovano sulla strada solo con il “beneficio” della mobilità e senza neanche poter contare su uno straccio di ammortizzatore sociale, ebbene sì, la colpa è anche la loro. Perché almeno in quell’occasione si sarebbero dovuti far dire la verità, già allora quegli operai attendevano arretrati dei loro stipendi, o, nel caso in cui la verità gli era stata riferita, avrebbero dovuto anche dirla e agire di conseguenza, prendendo almeno di petto quella situazione che era alla loro portata, visto che si tratta di aziende in cui il sindacato viene normalmente tenuto all’oscuro o messo alla porta, richiamato solo in caso di emergenza e a babbo morto”.

“E cosa avrebbero potuto fare in quell’occasione, anziché ridere in una fotografia? Avrebbero dovuto pretendere dall’azienda almeno l’attivazione delle procedure straordinarie per ottenere il regime di cassa integrazione in deroga così da mettere le maestranze al riparo degli ammortizzatori sociali e salvaguardarle il più possibile da un destino diverso dalla sola mobilità.

Ed oggi cosa potrebbero fare oggi per rimediare, anziché chiudersi nell’impotenza e in un silenzio tombale? Il Sindaco e l’Assessore Pompei devono chiedere alla Regione e al sindacato l’immediata attivazione di un Tavolo tecnico sulla crisi di questa azienda per verificare in primis l’irreversibilità della sua crisi e, in subordine, l’eventuale e subitanea attivazione della procedura per l’attivazione della cassa integrazione in deroga attraverso la richiesta di convocazione della Commissione provinciale tripartita”.

“Questo dovrebbero fare oggi, a meno che non credano veramente in quel che stanno blaterando in questi giorni, offendendo l’intelligenza di ogni gualdese: che lo sviluppo di Gualdo è nei centri commerciali o che la mobilità dei lavoratori è un bene, così il Comune si ripulisce a gratis le sue pinete”.

Sullo stesso argomento c’è da segnalare anche la presa di posizione del Pd di Gualdo che in una sua nota afferma: “La notizia, ufficializzata ieri ma nell'aria da diversi giorni, della chiusura dell'azienda ceramica Umbriaverde non può e non deve essere considerata solo come “l'ultimo ed ennesimo colpo alla nostra economia”. Se in un territorio già colpito da una grave crisi economica aggiungiamo negli ultimi sei mesi quello che è successo prima a SICAP, poi alla Grifo Latte e quindi ora all'Umbriaverde si capisce benissimo che il termine crisi rischia di essere riduttivo e che l'orlo del baratro è quanto mai prossimo. Prendere coscienza di questo è il primo necessario passo per provare a disegnare quello che sarà il futuro di Gualdo Tadino nei prossimi anni”.

“Il fatto che sedici persone abbiamo così perso il posto da lavoro, oltre agli stipendi pregressi, non può far passare in secondo piano come appena tre mesi fa la stessa azienda riceveva la visita del Sindaco Morroni e dell'Assessore Pompei che provvedevano ad invadere i giornali di foto con sorrisi e strette di mano parlando dei benefici effetti della ripresa economica!! Continuare a raccontare una realtà che non c'è mentre la nave affonda sempre più velocemente è quanto di più stolto si possa fare; sempre più fuori luogo appaiono le carnevalate dell'I CARE con gli applausi degli inutili consulenti pagati dal Comune, sempre più fuori luogo sono le promesse di una pronta ripresa e i filmati dei telefilm americani che dovrebbero installare nei disoccupati gualdesi il sacro fuoco dell'impresa e della Partita IVA.

La realtà continua a presentare un conto salatissimo all'inadeguatezza ed alla spocchia del Sindaco oramai quotidianamente e non esiste una sola idea o un solo progetto concreto che questa amministrazione riesca a presentare ai gualdesi. Ricordiamo al Sindaco che le foto, possibilmente, andrebbero fatte durante le vacanze!! Gualdo e i gualdesi hanno bisogno di fatti, se in più di due anni e mezzo non è riuscito a fare pressoché nulla forse è il caso che tolga il disturbo insieme al suo sorridente, e inutile, assessore di fiducia!!
 

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