Perquisizioni e arresti anche a Perugia per inchiesta appalti Trenitalia
FIRENZE - Sono 15 le persone arrestate nell'ambito dell'inchiesta su appalti truccati Trenitalia e Sepsa: otto sono finite in carcere e sette ai domiciliari. In carcere sono finiti imprenditori e dipendenti dell'azienda campana di trasporto pubblico Sepsa. Ai domiciliari funzionari di Trenitalia e imprenditori.
Nell'ultimo anno e mezzo sono otto gli appalti finiti nel mirino della procura di Firenze. Cinquantasei le perquisizioni in corso in tutta Italia. L'operazione in corso e' stata ribattezzata Espresso. Secondo gli investigatori della squadra mobile di Firenze e della Polfer toscana, funzionari e dipendenti di società a partecipazione pubblica e imprenditori concorrenti avevano formato un'organizzazione finalizzata a falsificare le gare d'appalto: venivano realizzate turbative d'asta attraverso "cartelli" tra imprese finalizzati da un lato ad aumentare le probabilità di aggiudicarsi l'offerta, dall'altro a ridistribuire all'interno della cordata il lavoro aggiudicato ad una delle societa del gruppo.
Le ordinanze di custodia cautelare emesse sono 16 ma come abbiamo detto riguardano 15 indagati: infatti l'imprenditore Cesare Damiano, finito in carcere, e' destinatario anche di un'ordinanza per i domiciliari, firmata da un diverso gip prima che emergessero elementi che hanno poi determinato l'aggravamento della misura.
In carcere sono finiti anche gli imprenditori Salvatore Avallone, Gennaro Caianiello, Stefano Acciaio e Gelsomina Pagano, oltre ai funzionari o dirigenti della Sepsa Sergio Gallo, Sergio Henke, Luigi Rivieccio e Raffaele Majolo. Ai domiciliari sono finiti gli imprenditori Guglielmo e Antonio Del Vecchio e Riccardo Poggi, oltre ai funzionari di Trenitalia Tiberio Casali, Marco Mazzanti e Giovanni Mugnai.
Per altri nove imprenditori e' scattata la misura del ''divieto temporaneo di esercitare tutte le attivita' inerenti uffici direttivi presso persone giuridiche ed imprese''. Perquisizioni e arresti hanno riguardato le province di Napoli, Firenze, Bari, Bologna, Perugia, Salerno, Genova e Caserta.
''Non sono emersi rischi per quanto riguarda la sicurezza''. Lo ha detto il procuratore capo di Firenze, Giuseppe Quattrocchi, nel corso della conferenza stampa sull'inchiesta sugli appalti per Trenitalia e per l'azienda di trasporto pubblico Sepsa (che gestisce la Ferrovia Cumana e la Ferrovia Circumflegrea della provincia di Napoli). Le gare riguardavano la fornitura di accessori per la manutenzione dei treni.
''Al momento non ci sono evidenze dirette di rischi per la sicurezza, ma non escludiamo che ne emergano in futuro'', ha aggiunto Lorena La Spina, dirigente della polfer toscana. L'indagine e' stata condotta con la squadra mobile di Firenze diretta da Filippo Ferri. ''Le intercettazioni hanno dato un contributo significativo - ha affermato Quattrocchi -. Sono un mezzo di cui non possiamo fare a meno''.
Secondo quanto spiegato, gli appalti venivano truccati grazie a funzionari infedeli di Trenitalia e Sepsa disponibili a fornire alle aziende informazioni sui futuri ordinativi, in cambio di denaro, viaggi, Ipad e altri aggetti elettronici. Gli imprenditori che partecipavano alle gare avrebbero poi simulato un'insistente concorrenza: secondo l'accusa, le graduatorie delle gare venivano programmate in anticipo, in modo da garantire profitti a tutti i partecipanti. Alla fine di ogni anno di attivita', gli imprenditori del cartello, definito 'la fratellanza' nelle intercettazioni, dovevano ottenere lo stesso ricavato. L'organizzazione prevedeva anche la figura del 'situazionista', una sorta di mastro contabile che curava la redazione del prospetto delle classifiche di gara predeterminate.
''Sono una escort, piu' mi paghi e piu' te ne faccio, piu' mi paghi e la prestazione e' maggiore''. E' un passaggio delle intercettazioni contenute negli atti dell'inchiesta fiorentina sugli appalti per Trenitalia e Sepsa. La conversazione telefonica e' fra due tecnici di Trenitalia e, secondo gli investigatori, conferma la corruzione. Per gli inquirenti, al telefono i due tecnici si scambiano indicazioni in codice sugli appalti: ''Dare soldi camminare cammello'', dice uno, che poi aggiunge ''no, io faccio una tantum, tu dare denaro e vedere cammello, pagare di piu' cammello e anche camminare, appena non dare piu' denaro, cammello smettere di camminare. Poi si ferma e aspetta l'acqua''.
Uno dei due spiega che sta per andare a cena con ''quelli che gestiscono i motori...perche' devo incassa'''. Come risposta, scrivono gli inquirenti, l'altro gli consiglia di ''stare attento'', perche' un suo conoscente ''si e' fatto 16 mesi di condizionale''.
In relazione all'inchiesta, Ferrovie dello Stato Italiane rende noto che da tempo e' stata avviata un'attivita' di profonda verifica dei processi, in modo particolare quelli relativi all'affidamento degli appalti.
L'attivita' svolta ha portato alla luce irregolarita' nelle procedure di affidamento per le quali gia' nel febbraio 2007 un primo dirigente di Trenitalia era stato allontanato dalla societa'. Le attivita' di trasparenza avviate hanno di fatto portato nel 2009 allo scioglimento dell'Ucrifer (Unione Costruttori e Riparatori Ferroviari), cioe' l'associazione di rappresentanza dei fornitori del settore ferroviario.
Nell'arco di questi anni, grazie a tale profonda verifica nel settore degli appalti e della manutenzione, sono stati allontanati ben 39 dirigenti e 10 quadri di Trenitalia. Inoltre, circa 100 ditte sono state cancellate dal sistema di qualificazione. Il massimo impegno e' stato dedicato per evitare le intermediazioni degli appalti. E' stata limitata la partecipazione alle gare solo alle imprese direttamente produttrici di beni e servizi e dal 2009 e' stato interdetto l'accesso a tutti gli intermediari.
“E' bene evidente – si legge anche nella nota di Trenitalia - l'impegno e gli sforzi svolti progressivamente e con ferma determinazione dalle FS. Oggi, grazie ai poteri di indagine e agli strumenti che la legge attribuisce all'autorita' giudiziaria si puo' giungere a estirpare quel "cancro" cui a suo tempo lo stesso Amministratore Delegato aveva gia' fatto riferimento”.

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