Biotestamento/ Nasce Lega Enti locali in difesa Registri, con Napoli capofila
ROMA - Sono oltre un'ottantina in tutta Italia ed ora i comuni si 'alleano' in loro difesa. Sono i Registri per depositare il proprio testamento biologico, in attesa che veda la luce la legge che regolamentera' il cosiddetto biotestamento.
E' infatti di oggi la notizia che alcuni comuni italiani hanno deciso di unirsi nella 'Lega degli enti locali per il registro delle dichiarazioni anticipate di trattamento (dat)', per tutelare le dat espresse dai cittadini nei municipi, e far sì che abbiano valore giuridico, anche nel caso fosse approvato l'attuale ddl sul testamento biologico in discussione al Senato.
Una alzata di scudi in difesa dei Registri per le dat, dunque, nonostante una circolare del 2010 firmata dai ministri della Salute Ferruccio Fazio, del Welfare Maurizio Sacconi e degli Interni Roberto Maroni, indirizzata proprio ai Comuni, definisca tali strumenti ''privi di qualunque efficacia giuridica''.
La nuova lega, che ha tra i Comuni capofila quello di Napoli, è stata costituita oggi all'VIII Congresso dell'Associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca. "Si tratta di una rete di amministratori locali - si legge nel manifesto costitutivo - che si impegna a promuovere il servizio pubblico del Registro delle dichiarazioni anticipate di trattamento, a tutelare il diritto all'autodeterminazione dei cittadini anche attraverso gli adeguati strumenti giudiziari e ad individuare i principi giuridici che permettono alle amministrazioni locali di intervenire, nonostante controversie interpretative anche da parte ministeriale".
In questo momento ''e’ piu’ che mai necessario difendere l'autodeterminazione e la liberta’ di scelta individuale - continua il manifesto - anche attraverso lo scambio di informazioni ed esperienze sull'istituzione dei registri dei testamenti biologici e la loro attivazione. Unire le forze e’ fondamentale anche per respingere i tentativi centralistici volti a contrastare indebitamente le competenze delle amministrazioni locali".
A mettere in moto la 'macchina' dei registri erano stati i Radicali e l'associazione Luca Coscioni, mobilitati dopo il caso di Eluana Englaro. Oggi - da Torino a Cagliari, passando per capoluoghi, piccoli Comuni e municipi delle grandi citta' - sono alcune migliaia in tutta Italia le disposizioni di fine vita raccolte dai registri, diverse centinaia solo a Roma. Proprio la Capitale ha fatto da 'apripista', con il primo registro attivato nell'XI Municipio (e in quell'occasione la prima persona a depositare il suo testamento biologico era stata Mina Welby, la moglie di Piergiorgio Welby).
E dal 2009 a oggi si sono moltiplicati i Comuni in cui la giunta ha approvato la delibera che istituisce il registro dei testamenti biologici: da Arezzo a Cagliari, da Genova a Empoli e La Spezia, passando per Firenze, Caserta, Rimini, fino a Modena, Massa, Pistoia, Pisa, Piacenza, Reggio Emilia e Perugia.
Intanto, la circolare del governo che 'invalida' i registri e' stata impugnata dai Radicali, e ora si attende che si esprima il Tar. Un braccio di ferro, quello sul valore legale dei registri, che dovrebbe trovare soluzione con l'approvazione della legge sul biotestamento, attualmente all'esame della commissione Sanita' del Senato dove si e' deciso di procedere ad ulteriori audizioni.
Il termine delle audizioni e' previsto entro il 12 ottobre, per dare quindi inizio alla discussione generale.

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