Il problema principale è il traffico di stupefacenti che è devastante dal punto di vista sociale; perché connesso con altri fenomeni di microcriminalità, che però non sono per nulla 'micro' per chi li subisce, e talvolta degenerano in fatti di sangue; perché rappresenta un tratto negativo dell'immagine della città, che invece per gli altri aspetti gode di grande considerazione.

PERUGIA - "La comunita' perugina negli ultimi anni ha dovuto affrontare seri problemi, se e' vero che la parola 'sicurezza', che praticamente non esisteva nelle cronache cittadine, oggi ricorre molto piu' spesso di quanto le nostre tradizioni lasciassero prevedere. Certamente piu' spesso di quanto i perugini vorrebbero".

E' quanto scrive il sindaco di Perugia, Wladimiro Boccali, in una lettera indirizzata al nuovo comandante provinciale dei carabinieri di Perugia, Angelo Cuneo e al nuovo questore del capoluogo umbro, Nicolo' D'Angelo.

"Perugia e' una plurisecolare citta' universitaria - prosegue la lettera -, e naturalmente la sua vita notturna non assomiglia a quella di un monastero. Consideriamo i giovani che studiano qui una ricchezza dal punto di vista economico e culturale, non un problema. Lo sono gli eccessi, soprattutto quando si scontrano con il sacrosanto diritto dei cittadini alla quiete. Perugia e' da sempre crocevia di persone che arrivano da tutte le parti del mondo. Accogliamo gli ospiti stranieri e offriamo loro opportunita' di inserimento, anche grazie ad una rete di servizi, pubblici e privati. Per la stragrande parte, le comunita' straniere sono composte da persone per bene che lavorano, mandano i figli a scuola, cercano di radicarsi nella societa'. Questi, noi li consideriamo dei perugini. Tutt'altro discorso riguarda una piccola minoranza, dal punto di vista numerico, ma vistosa, ingombrante, indesiderata, che mina la nostra sicurezza, vive fuori dalla legalita', rende Perugia meno vivibile per tutti. Questi, noi non li vogliamo, e soprattutto non vogliamo che siano liberi di attentare alla nostra serenita'".

"Il problema principale - prosegue il primo cittadino - e' naturalmente il traffico di stupefacenti. Perche' e' devastante dal punto di vista sociale; perche' e' connesso con altri fenomeni di microcriminalita', che pero' non sono per nulla 'micro' per chi li subisce, e talvolta degenerano in fatti di sangue; perche' rappresenta un tratto negativo dell'immagine della citta', che invece per gli altri aspetti gode di grande considerazione. Fuori da ogni ambiguita', questa Amministrazione comunale ed il sindaco in prima persona hanno chiesto con forza allo Stato di tutelare la vivibilita' di Perugia. Non abbiamo mai condiviso soluzioni estemporanee e pittoresche. Siamo gente troppo seria per le ronde. Sappiamo che l'affermazione della legalita' e' frutto di una azione quotidiana, paziente e tenace. Questo compito spetta allo Stato, con i suoi organi, i suoi corpi di Polizia, i suoi uomini, che hanno strumenti e competenze per smantellare la rete dello spaccio e soprattutto per risalire alle organizzazioni che vi sono dietro. Il Comune non si tira certo indietro. Al contrario. Il Patto per Perugia sicura, firmato dalle istituzioni (Ministero, Regione, Provincia, Comune) definisce gli impegni di tutti, e noi onoriamo i nostri per quanto ci compete. Le ordinanze sul drastico giro di vite all'uso e abuso di alcol lo dimostrano; lo dimostrano il lavoro fatto con gli impianti di sorveglianza video, l'illuminazione del centro, il controllo dei locali. Cosi' come ci compete lavorare sulla 'domanda'. Stiamo facendo anche questo, e se sono preoccupanti certi costumi che riguardano fasce di eta' delicatissime, conforta pero' vedere che la societa' perugina e' sana ed ha gli anticorpi necessari per tenere".
 

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