“L’ordinanza emanata dal sindaco Ricci, che vieta mostre d’arte, se “non di alto valore artistico”, sfilate di moda, concorsi di bellezza, e persino “autorizzazioni agli artisti di strada che non siano rispettosi dei valori religiosi”, ha segnato una svolta a 360° su quanto, in questi ultimi cinque anni, consentito e “benedetto”dallo stesso. La velocità con cui il provvedimento è stato emesso è spiegabile, secondo i ben informati, dal fatto che sembra che il sindaco abbia ricevuto una buona “tiratina” di orecchi sulla recente mostra che ha visto l’intero Borgo Aretino e piazza santa Chiara “imbrattate” e dissacrate da una “mostra d’arte” promossa dall’assessore allo sport Mignani, della lista Lunghi. Una domanda è ovvia. Per quale ragione un assessore allo sport promuove una mostra d’arte, e come mai il sindaco si accorge dello “scempio” solo dopo la sua chiusura, per cui, con una affrettata ordinanza, vieta tutto, rinviando, di fatto, le responsabilità all’assessore.

Ha ragione chi gli ha tirato le orecchie, in quanto Assisi, più di ogni altra città, ha il dovere di operare, in ogni campo, una sintesi tra spiritualità e laicità, in armonia con decenza e rispetto di certi luoghi. Però, se è condivisibile vietare ad esempio concorsi di veline o selezioni di miss, avvenuti sotto i mandati di Ricci anche di recente, gli artisti di strada non hanno mai creato “incidenti”. Così come è errato vietare le sfilate di moda che, nel corso degli ultimi anni, a Santa Maria degli Angeli, sempre decorose, hanno rappresentato un valore aggiunto per il turismo e quindi per le attività commerciali e locali, all’insegna della conoscenza e promozione.

È grave che lo “sbadato” Ricci abbia offerto alle migliaia di ospiti di Assisi, che hanno attraversato Borgo Aretino, opere in gran parte insignificanti ed alcune veramente offensive nel loro messaggio. Quanto accaduto non è casuale, ma il frutto della confusione del sindaco che si tiene le deleghe di cultura e turismo, poi, per far finta di onorare le tante promesse fatte, concede qualche piccolo incarico al consigliere Paoletti, senza che lo stesso, però, abbia poteri decisionali, in quanto non assessore. Per cui nessuna meraviglia se Mignani, dallo sport, passi ad occuparsi di mostre d’arte, al posto dello pseudo responsabile Paoletti, facendo registrare il primo visibile “distinguo” tra il sindaco ed i Lunghiani.”

Giorgio Bartolini
 

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