Sinistra per Gualdo: "L’acqua torni pubblica e si affidi il servizio ad ESA"
Nel consiglio comunale di venerdì prossimo tornerà ancora una volta in discussione la nostra proposta di delibera per la ripubblicizzazione del servizio idrico integrato. Nonostante si tratti di una semplice ratifica delle volontà già espresse dal consiglio comunale nello scorso novembre solo da rafforzare con l’esito del referendum e nonostante la precedente delibera risulti esecutiva fin dallo scorso gennaio con una Giunta completamente inadempiente, la nostra proposta giace indiscussa dal mese di giugno.
Con le fughe e le diserzioni a far mancare il numero legale necessario per la prosecuzione dei lavori dell’assise e dopo l’ultima grande sceneggiata dello scorso consiglio comunale, questa maggioranza dimostra di essere del tutto inaffidabile, incoerente e vile perché non ha il coraggio di portare fino in fondo quelle responsabilità assuntesi al cospetto dei cittadini e derivanti dal loro precedente voto in assemblea. E non ha il coraggio, alla pari, di smentire quel suo voto con chiarezza, assumendosi altrettante responsabilità di fronte ai gualdesi. Così si affida oramai solo al “lavoro sporco” del Presidente del consiglio comunale Vecchiarelli che se le inventa di tutte per non giungere alla discussione dell’ordine del giorno, compresa la soppressione delle prerogative del consiglio comunale, come è successo nell’ultima seduta con il mio allontanamento dall’aula di chiara matrice fascista. Già avevamo largamente dubitato che il locale centrodestra potesse essere così serio da recepire le istanze della generalità dei cittadini e da andare contro il richiamo della sua foresta, soprattutto dopo aver registrato i molteplici tentativi di sottrarre legittimità alla volontà espressa dalla stragrande maggioranza degli italiani e dei gualdesi nel referendum di giugno e di affossare quell’esito: ultimo fra tutti quello della manovra economica. Più di dubitare ne eravamo sicuri.
Ora, però, è giunto il tempo delle scelte e venerdì prossimo torneranno i cittadini in consiglio comunale a pretendere il rispetto della loro volontà. Ripubblicizzare l’acqua non è solo un dovere derivante dalla legge “detta” dal referendum: è anche un operazione concretamente possibile e l’esempio di questi giorni di una grande Città italiana, Napoli, smentisce tutti i corvi del privatismo in materia di servizi pubblici locali.
A Napoli l'acqua non sarà più in vendita come una merce e si passerà dalla gestione del servizio idrico nelle mani di una Spa, come è Umbra Acque, all'affidamento del servizio ad un'azienda di diritto pubblico alla cui governance saranno chiamati rappresentanti delle associazioni ambientaliste e dei lavoratori stessi dell'ente. La stessa composizione del consiglio di amministrazione prevede infatti 2 membri su 5 indicati dalle associazioni ambientaliste e un comitato di controllo con funzioni consultive che vedrà il coinvolgimento di utenti, lavoratori del servizio idrico e comitati. Sarà inoltre previsto anche il "diritto al minimo vitale idrico". Uno scenario che vede Napoli come primo comune italiano ad aver dato seguito ai referendum del 2011.
Il percorso compiuto a Napoli è quello che avrebbe dovuto compiere la Giunta Morroni dallo scorso novembre: si sarebbero cioè dovuti dedicare mesi di lavoro durante i quali consultare esperti di differenti discipline economiche, giuridiche, aziendali, oltre che esponenti della società civile e delle associazioni ambientaliste.
La gestione dell'acqua passerà nelle mani di un Ente di diritto pubblico, non avente scopo di lucro e che non si prefigge, quale obiettivo aziendale, il profitto ma esclusivamente di fornire un servizio al di fuori dei meccanismi di mercato dettato da criteri di universalità, efficienza, economicità e trasparenza. Si tratta quindi di una vera ripubblicizzazione dell’acqua, per cui si potranno contenere le tariffe e soprattutto differenziarle in base a criteri sociali ed ecologici.
E’ ciò che esattamente e da tempo proponiamo di fare anche a Gualdo in quanto la soluzione gestionale, nella nostra Città, ce l’abbiamo a portata di mano e si chiama ESA, l’azienda speciale di proprietà pubblica e comunale. Se ad ESA si dovesse affidare anche la gestione del servizio idrico integrato, si coglierebbero due piccioni con una fava: oltre alla ripubblicizzazione dell’acqua si garantirebbe anche la salvaguardia della municipalizzata che ad oggi gestisce la raccolta dei rifiuti e le nuove strutture turistiche della Città. Si metterebbe cioè in sicurezza l’ESA rispetto alla svendita ai privati imposta dalla manovra economica del governo e prevista entro il 31 marzo 2012, contro l’esito del referendum. Se ad ESA si dovesse affidare la gestione del servizio idrico integrato, l’operazione la metterebbe al riparo dalle grinfie dei privati e dalla volontà di questo governo di far pagare la crisi ai cittadini attraverso la svendita dei beni comuni. Non ultimo, con l’operazione si potrebbero aggirare in futuro anche i vincoli più restrittivi del Patto di stabilità per il personale e per gli investimenti del Comune: sarebbe difficile oltre che criminale negare la possibilità ad esso di garantire tutto ciò che è necessario per la gestione efficace ed efficiente di un servizio dall’interesse così generale e così essenziale alla vita stessa delle persone.
In questo scenario, sarebbe ovvia e diventerebbe necessaria la modifica dell’assetto dirigenziale dell’azienda speciale per consentire maggiore partecipazione e garantire meglio di quanto fatto fino ad oggi la facoltà di controllo e di indirizzo sulle sue scelte e sulle sue attività da parte dei poteri pubblici e democratici. E’ quello che è successo a Napoli ed è quello che, anche su questo versante, andiamo sollecitando da tempo per l’ESA.
Prima che sia troppo tardi per evitare l’ennesimo scippo dei beni comuni, l’ennesimo furto di democrazia, sarebbe ora che la Giunta Morroni inizi ad occuparsi di cose serie: la strada che proponiamo lo è, va nell’interesse di tutti i gualdesi e può anche favorire la creazione di nuovi posti di lavoro. Dal Sindaco e dalla Giunta si fa spesso un gran sproloquio di richiami all’unità delle forze politiche ed alla coesione della Città per affrontare i suoi principali problemi, ma quando, come con questa proposta, si va nella direzione effettiva del bene comune, ci si ritrae, si tergiversa, si fugge, ci si volge dall’altra parte e ci si rintana nel silenzio.
Per quanto ci riguarda, Sinistra per Gualdo proseguirà la sua battaglia per la ripubblicizzazione dell’acqua fino in fondo, oggi dall’opposizione, domani come nucleo fondamentale di una piattaforma alternativa e concreta di governo cittadino. E andremo fino in fondo anche per quanto riguarda la necessità di salvare ESA, cosa possibile proprio attraverso l’affidamento ad essa della gestione dell’acqua: anche su questo problema, nel consiglio comunale di venerdì, richiameremo la Giunta ai suoi doveri ed alle sue responsabilità invocando un’azione congiunta con tutti quegli Enti locali che stanno per predisporre il ricorso di incostituzionalità contro quelle parti della manovra che prevedono la privatizzazione dei servizi pubblici locali pur contro la “legge” detta dal referendum. Sappiano i gualdesi che, per il bene di Gualdo, se non lo farà la Giunta, lo faremo in ogni caso dall’opposizione: di nostra iniziativa proporremo ricorsi alla Corte Costituzionale e al TAR.
Per la Sinistra per Gualdo
Gianluca Graciolini

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