PERUGIA - ''Prima di propinarci la solita 'lamentatio' sulle minori risorse indirizzate dal Governo sul Fondo per gli affitti, l'esecutivo regionale dovrebbe preoccuparsi di predisporre e adottare il regolamento attuativo della legge sulla residenzialita' sociale, la numero 23 del 2003, in modo da consentire di adeguare i canoni di locazione e di aggiornare le fasce di reddito per l'assegnazione e il mantenimento degli alloggi popolari, visto che, ad oggi, l'Ater e' costretto a fare ancora riferimento, addirittura, ad una legge abrogata, la numero 33 del 1996''.

Lo afferma il consigliere regionale Franco Zaffini (Fare Italia), che ritorna sulla questione dell'edilizia residenziale pubblica con una interrogazione, dopo aver presentato anche una mozione per riconoscere maggior punteggio a chi resta nelle graduatorie per piu' tempo senza ricevere la casa.

''Con questo nuovo atto - spiega Zaffini - chiedo alla Giunta le motivazioni che l'hanno indotta a non adeguare i canoni alla legge del 2003, arrecando con cio' grave danno all'erario anche perche', se e' vero come ha dichiarato l'assessore Vinti pochi giorni fa, che il Fondo per gli affitti e' ridotto ai minimi termini, e' vero anche che i canoni di locazione corrisposti dagli assegnatari degli immobili (oggi fermi da oltre 15 anni) contribuiscono a finanziare le risorse per le politiche abitative. Probabilmente - continua - se il regolamento fosse stato adottato gia' dal 2003, oggi, seppur con difficolta', la Regione sarebbe in grado di soddisfare maggiori richieste e non solo quelle degli 'ultimi degli ultimi', come detto con tanta enfasi 'paleocomunista' dall'assessore, ma magari anche qualche famiglia 'normale' che, magari con un solo stipendio e con piu' di un figlio a carico, non puo' permettersi un affitto ai prezzi di mercato. Se invece prevale la voglia di buttarla in politica parteggiando solo per alcune categorie particolari di 'ultimi', se si vuole fare la graduatoria degli ultimi scegliendo quali tutelare, allora sarebbe onesto ammetterlo''.

A questo proposito Zaffini ricorda di aver recentemente presentato anche una proposta di legge con cui chiede di correggere il regolamento sui requisiti di cittadinanza, oggi applicato in modo difforme da quanto previsto dalla legge regionale. ''Secondo il regolamento - chiarisce - i requisiti di cittadinanza, che si riferiscono agli italiani o agli stranieri regolari, devono essere posseduti solo dal soggetto che ne fa richiesta, questo in violazione della legge regionale che prevede giustamente che i requisiti di cittadinanza siano posseduti da tutto il nucleo familiare e quindi da ogni occupante l'alloggio. E' evidente che un regolamento rigoroso e conforme alla legge e' meno raggirabile e quindi piu' equo nei confronti di tutti, italiani e stranieri onesti, e consentirebbe a chi deve controllare di fare correttamente il proprio lavoro. Oggi gli alloggi popolari dell'Umbria potrebbero essere verosimilmente abitati da soggetti non aventi i requisiti o addirittura clandestini, mentre tante giovani coppie ne restano fuori''.
 

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