Quello che è avvenuto la scorsa notte va molto oltre la capacità di sopportazione dei perugini. Un morto accoltellato in una rissa nei pressi di un bar in una zona centrale di Perugia, e tutto naturalmente riconducibile allo spaccio della droga ed alla guerra delle bande. La vittima è un nordafricano già inquisito in passato per reati legati alla droga. Come quasi tutti, del resto, gli altri delinquenti che girano ogni giorno per la città vendendo droga e azzuffandosi per i loro interessi.

Da quando sono sindaco ho chiesto, sollecitato, pressato le forze dell’ ordine e la magistratura affinché diano sicurezza ai perugini. E’ il loro dovere; è il nostro diritto. Sono state fatte cose importanti, e certo va riconosciuto che Polizia, Carabinieri, Guardia di Finanza, il contrasto al traffico degli stupefacenti lo hanno fatto. Evidentemente non basta. Credo allora sia ora di cambiare toni, da parte della città che rappresento, e passo, da parte di chi deve dare una risposta: noi questa gente non la vogliamo più vedere sulle nostre strade. Non vogliamo vedere questi spettacoli raccapriccianti, non vogliamo che questi criminali facciano, più o meno indisturbati, il loro comodo. Non ci basta il lavoro, vogliamo i risultati: nessuna tolleranza, prendeteli e metteteli dentro, e se irregolari, come quasi tutti, siano espulsi, perché Perugia è accogliente, come dimostra la sua storia, con chi viene qui a lavorare, studiare, rifarsi una vita – e sono i più - ma non vuole raccattare delinquenti.

Il Comune ha sottoscritto un patto per la sicurezza e fa esattamente quanto gli compete. Nel patto è scritto che i problemi su cui concentrarsi sono droga e immigrazione clandestina, spesso legati tra loro. Immagino che nessuno pensi che il narcotraffico possa essere debellato dai vigili urbani o che i sindaci, tanto più dopo che sono stati privati dello strumento delle ordinanze, abbiano i poteri di magistratura e polizia.
La scoperta di una centrale camorrista a Perugia è un fatto inquietante. Il traffico della droga non è certamente un fenomeno slegato da questa aggressione alla città che qualcuno pensa di compiere. Allo Stato chiediamo di tutelarci e di far tornare Perugia quella che è sempre stata.

 

 

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