PERUGIA – “Amministratori si cresce!” Sembra quasi un’esortazione il titolo del dibattito di “Effervescenza democratica” dedicato alle nuove generazioni di amministratori. Un invito ai giovani a farsi largo nelle stanze dei bottoni e, con l’umiltà di chi vuole imparare il mestiere, di assumere la responsabilità di costruirsi un futuro sostenibile. Le ultime tornate amministrative in Umbria hanno lanciato un chiaro segnale: i giovani riscontrano un buon appeal tra l’elettorato medio, tanto da permettere a un discreto numero di amministratori under 35 di accedere ai banchi dei consigli e delle giunte comunali.

Ma come fanno le giovani generazioni a diventare classe dirigente? E quali sono le istanze che occupano l’agenda dei giovani amministratori? Su queste tematiche si sono confrontati gli ospiti dell’incontro: il Sindaco di Amelia Riccardo Maraga, il Segretario Regionale dei Giovani Democratici dell’Umbria Gionata Gatticchi, il Consigliere Comunale di Vibo Valentia Giovanni Russo, il Presidente della terza circoscrizione di Torino Daniele Valle, il membro del Dipartimento Enti Locali del Partito Democratico Giuseppe Peta e il Responsabile Nazionale della Formazione Politica del Partito Democratico Annamaria Parente.

L’intervento introduttivo è toccato al ventottenne Sindaco Maraga, che nella sua Amelia sta dando vita ad un vero e proprio esperimento di “amministrazione verde”: “Nella tornata elettorale di questa primavera i cittadini di Amelia hanno concesso un’opportunità a molti consiglieri alla prima esperienza in un organo elettivo. Questo evidenzia una gran voglia di rinnovamento. Io mi ritrovo un gruppo consiliare composto da ‘nativi’ del Partito Democratico. Questo sicuramente rafforza l’identità prettamente democratica dei consiglieri, ma soprattutto mi permette di avere un gruppo più coeso rispetto ad altre situazioni”.

Maraga poi ha illustrato la sua agenda politica, soffermandosi sulle preoccupazioni che attanagliano la sua breve (almeno per ora) esperienza da Sindaco: “Ho beccato in pieno la stagione dei tagli agli enti pubblici. Proprio pochi giorni fa, insieme ad altri sindaci umbri, ho riconsegnato simbolicamente alcune deleghe nelle mani del prefetto per far capire che la situazione sta diventando insostenibile. Anche ad Amelia saremo costretti a tagliare numerosi servizi. Come si può approcciare un giovane amministratore a questa delicata fase politica? Sicuramente escogitando un nuovo modo di fare politica”.

A fornire una panoramica generale sul fenomeno ci ha pensato il Presidente dell’Anci Giovani Giacomo D’Arrigo: “I giovani amministratori che popolano il panorama politico italiano sono circa 25.000, sono come una foresta che si espande in silenzio – ha esordito D’Arrigo –. Non mi piace sentir dire che questi ragazzi saranno la classe dirigente di domani. A mio avviso già oggi vanno considerati a tutti gli effetti classe dirigente perché già oggi apportano il loro contributo per migliorare le realtà dove lavorano. Non penso che un giovane amministratore sotto i 30 anni sia più bravo di uno anziano a prescindere, soltanto perché giovane. Però sicuramente avrà una mentalità diversa, più aperta alle nuove tecnologie e più versatile rispetto a chi occupa quei ruoli da più tempo”.

Il Segretario dei Giovani Democratici dell’Umbria, nonché giovane Capogruppo del Partito Democratico al Consiglio Comunale di Città di Castello, Gionata Gatticchi si è soffermato a parlare del conflittuale rapporto che spesso intercorre tra giovani e politica: “E’ innegabile una disaffezione dei giovani al mondo della politica. Però non è soltanto in politica che i giovani soffrono, ma vediamo che anche in molti altri settori fanno fatica ad imporsi, dal mondo della cultura a quello dell’imprenditoria”. Gatticchi comunque si è dichiarato fiducioso della situazione umbra: “Sentiamo di una generazione dei quarantenni che scalpita per portarsi in ruoli di primo piano. Forse in Umbria siamo un passo più avanti: sono molti ormai gli under 30 che spingono per avere ruoli di responsabilità all’interno del partito. E lo stesso partito gioca un ruolo fondamentale nel far crescere una classe dirigente. Noi, a differenza del centro-destra che getta a casaccio giovani nelle amministrazioni, investiamo molto sulla formazione”.

Giuseppe Peta ha spiegato le strategie del Pd per far crescere una nuova classe dirigente: “Da noi i mass media pretendono sempre il volto nuovo della politica – ha detto Peta – ma se andiamo a vedere tutti gli altri campi, anche lo stesso campo dei media, vediamo sempre le stesse persone a rivestire ruoli da protagonista. Il Partito Democratico però ha iniziato a lavorare sui giovani, e lo ha fatto concedendogli ruoli di vertice nel partito. Sono sempre di più i segretari under 30 o i giovani membri di una segreteria, ed è da lì che si costruisce una nuova classe dirigente”.

Daniele Valle e Giovanni Russo hanno messo in scena un interessante confronto tra la realtà del nord e quella del sud. Raccontando la loro esperienza di amministratori infatti, hanno fatto emergere differenze ed analogie di un’Italia che vuole rimanere unita senza dimenticarsi le proprie peculiarità. Se per Valle, infatti, l’attività nella circoscrizione rappresenta un modo per stare vicino alla gente e fornire risposte alla popolazione, Russo ha raccontato come in Calabria l’ultima tornata amministrativa abbia rappresentato per i giovani l’occasione della ribalta.

A concludere il dibattito Annamaria Parente, che ha ribadito l’importanza delle scuole di formazione del partito: “Gli organi nazionali del Partito Democratico sono a conoscenza della presenza di giovani desiderosi di mettersi in gioco. Il Partito deve essere in grado di interpretare il cambiamento, proprio per questo consideriamo fondamentali le esperienze di scuola di politica finora realizzate. Con queste scuole il partito non lascia isolati i giovani amministratori, ma cerca di ridare un senso alla politica”.

In serata nuovo viaggio tra le difficoltà degli enti locali di Effervescenza Democratica, che ha sfidato il freddo e ha messo a confronto le esperienze di tre sindaci umbri sul tema: “Con i Comuni per governare il Paese”. Wladimiro Boccali, Leopoldo Di Girolamo e Paolo Morbidoni, primi cittadini, rispettivamente, di Perugia, Terni e Giano dell’Umbria, accompagnati da Francesco Mearini, capogruppo del gruppo Pd al Comune di Perugia, e coordinati da Marco Brunacci, capo redattore Umbria de Il Messaggero, hanno portato nuovamente alla ribalta lo scottante tema della manovra finanziaria e dei tagli alle autonomie locali, sempre più in sofferenza.

“Le risorse dei Comuni – ha spiegato Di Girolamo – derivano per larga parte dai trasferimenti statali e regionali e in parte da autofinanziamento tramite tassazione Irpef, fornitura di servizi individuali (asili e trasporti su tutti) e alienazioni. Ora i trasferimenti si assottigliano, diminuiscono gli introiti da alienazioni a causa di una contrazione del mercato edile, i costi dei servizi rimangono stabili. E le risorse non coprono più l’ordinaria amministrazione”.

Duro Boccali: “La protesta degli Enti Locali non è una protesta di parte – ha spiegato – ma si rivolge contro un governo che ha perso credibilità. La manovra è sbagliata – secondo Boccali – oltre che falsa” perché prevede entrate non certe, come le risorse derivanti dal recupero dell’evasione.

“Per di più non si parla di patrimoniale”, si introducono parametri “folli” per definire la virtuosità dei Comuni e si continua a stringere sul “patto di stabilità, abbassandone ulteriormente il limite: uno schiaffo allo sviluppo”. E a rimetterci saranno soprattutto i Comuni più piccoli, che saranno costretti “a ridurre spese – ha sottolineato Morbidoni – con pesanti conseguenze che ricadranno sulle spalle dei cittadini”.

 

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