Cave - Prima vittoria dei cittadini. Il Tar ne tenga conto
PERUGIA - E' infine accaduto quello che era prevedibile ed inevitabile che accadesse: anche l'Amministrazione comunale di Gualdo Tadino ha dovuto piegarsi all'evidenza, constatare l'incompatibilità di fatto dell'attività estrattiva nei siti di Vaccara con l'ambiente e la qualità della vita dei cittadini e ha dovuto registrare le prime inevitabili inadempienze dell'impresa concessionaria.
A questa conclusione si giunge facilmente. La sospensione di fatto delle attività di cava attraverso le prescrizioni adottate dal Comune nei confronti dell'impresa rappresenta e va considerata una prima vittoria dei cittadini ed è degna della nostra soddisfazione, seppur relativa. Lo stop alle attività imposto dal Comune si deve infatti alla sola verifica dell'inadempienza della ditta nel depolverizzare la strada di transito degli automezzi che trasportano il materiale, un piccolo e doveroso impegno stabilito nella convenzione.
La Giunta si è dunque mossa ponendo in essere le attività di controllo solo a seguito delle nostre ripetute denunce e solo dopo il nostro sopralluogo effettuato insieme ai cittadini nei primi giorni di agosto e la sospensione temporanea delle attività che ne è scaturita così come il richiamo alle prescrizioni della convenzione era il minimo che essa potesse fare.
Già questo precedente di inadempienza e di inaffidabilità dell'impresa dovrebbe bastare per dimostrare la fondatezza delle preoccupazioni dei cittadini e delle ragioni del Comitato che ha proposto ricorso al TAR. Se una ditta non rispetta neanche i vincoli, le precauzioni e gli impegni più elementari, figuriamoci gli altri che attengono, per esempio, la quantità del materiale estraibile, già di per sè ingentissimo. Questa vicenda non può quindi passare in cavalleria e non può che essere tenuta nella debita considerazione dal TAR nel giudicare le motivazioni del ricorso dei cittadini e nell'emettere la sentenza.
Non vorremmo infatti che l'intervento dell'Amministrazione comunale sia solo dovuto alla necessità di dimostrare che i controlli ci sono e funzionano, ma si limitano di fatto ad un cavillo, lasciando che la ditta continui imperterrita ad estrarre tonnellate di materiale ed imponendogli solo il rispetto di un impegno minimo, nel suo stesso interesse.
Non vorremmo cioè che l'intervento del Comune sia solo un trucco per distogliere l'attenzione dalle ragioni vere dell'opposizione dei cittadini alla riapertura delle cave che restano del tutto intatte ed inalterate da questo incidente di percorso, pur esemplare e significativo. Dieci anni di attività estrattiva nei tre siti di Vaccara sono del tutto insostenibili per l'ambiente e la qualità della vita dei cittadini, sono incompatibili per la presenza del sito archeologico di alto pregio di Colle i Mori e per la prossimità di una delle principali falde acquifere sorgive e la quantità di materiale che si prevede di estrarre dimostra come non si tratti di risanamento ambientale, ma di un ulteriore, sciaugurato e gigantesco saccheggio della montagna gualdese.
Che non si tratti di risanamento ambientale lo dimostra anche l'ultima trovata con cui si intenderebbe giustificare "ex post" la riapertura delle cave e secondo cui il materiale servirebbe ai lavori della Quadrilatero. Questa trovata è una bufala, un autentico scivolone e rappresenta una vera e propria auto accusa: primo perchè per i lavori della Quadrilatero servirebbe una quantità spropositata di materiale che non sarebbe ascrivibile ad un semplice risanamento ambientale di siti di cava compromessi nel passato; secondo perchè per la realizzazione delle opere della Quadrilatero la programmazione dei tempi non coincide certo con i dieci anni previsti nella convenzione stipulata dal Comune; terzo perchè non c'è scritto da nessuna parte, in nessun atto programmatorio o di concessione, che il materiale estratto nelle nostre cave sarebbe dovuto servire per la realizzazione di dette infrastrutture. E' dunque una trovata che aggrava speciosamente la posizione del Comune, se non altro perchè se dovesse essere stato questo il fondamento giustificatorio della riapertura delle cave, si sarebbe dovuto procedere con ben altre ed ulteriori preoccupazioni progettuali e di pianificazione industriale: a partire dalle ricadute economiche ed occupazionali per la nostra Città, inesistenti ed insignificanti sia per quanto riguarda gli impegati gualdesi nei lavori della Quadrilatero sia per quanto riguarda quelli nelle attività estrattive, così come peraltro prescrive la stessa sentenza del Consiglio di Stato sul caso Idrea-Rio Fergia che oramai fa giurisprudenza anche in questi casi.
Alla vicenda di questa prima sospensione va dunque dato il peso dimostrativo che essa inequivocabilmente merita: chiediamo alla Giunta di essere coerente fino in fondo con le preoccupazioni dei cittadini gualdesi e stante la palese inaffidabilità dell'impresa concessionaria. Proceda pertanto e da subito al ritiro delle autorizzazioni e all'interruzione definitiva delle attività di cava, mettendosi dalla parte dei cittadini e rimuovendo con ciò le ragioni stesse del ricorso proposto al TAR.
Per la sinistra per Gualdo
Gianluca Graciolini

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