Da lunedi pomeriggio inizia l’occupazione di Palazzo Spada, 24 ore su 24. La nostra proposta è diventata strumento comune. La città non può rassegnarsi a perdere completamente ruolo e futuro. Uno statuto ridicolo dedica ampio spazio a dettagli di minima importanza collocati nella varie zone di Perugia ma non cita né l’Umbria ed ignora completamente Terni e la sua complessa realtà strutturale, didattica e di ricerca. Uno statuto che ignora completamente persino la storia settecentenaria dell’Ateneo perugino è una sorta di regolamento stilato da ufficiali giudiziari.

Sottolineo che si tratta dell’ultimo treno che sta passando. Occorre cha l’intera città ed il territorio dell’Umbria meridionale si rendano conto di quanto sta accadendo perché se passa questo disegno peruginocentrico è la fine dell’Umbria come entità regionale.

La sinistra che governa Comuni, Provincia e Regione avrebbe una gravissima responsabilità perché sono mesi che scriviamo in tutti i modi di questo pericolo, che chiediamo un minimo di dignità anche per i nostri territori, ma al di là dei discorsi di circostanza e delle promesse di sempre, una cortina fumogena sta calando sul problema e sono troppi coloro che tendono a minimizzare, a tacitare, a non disturbare Sindaco, Presidenti di Provincia e di Regione.

Invitiamo tutti, ternani e narnesi ma anche amerini ed orvietani a fare quadrato perché è questa una battaglia di tutti.

Invitiamo uomini, donne, giovani ed anziani a presentarsi a Palazzo Spada per sostenere con forza questa pacifica manifestazione di orgoglio. Soprattutto i narnesi vengano con noi perché non possiamo continuare da Terni a difendere noi la loro realtà universitaria. Diano prova di sentire propria questa comune prova di senso civico.

Altro che “provincialismo”! Questa è l’espressione usata dai ternani che siedono comodamente in Giunta Regionale per difendere solo se stessi ed i loro privilegi personali senza muovere un dito per dare soluzione ai nostri problemi.

Abbiamo creduto sempre in un regionalismo intelligente ma se questo diventa, come nei fatti sta diventando, una sorta di vassallaggio, di marginalizzazione sistematica dei nostri territori e dei nostri interessi, Terni deve riprendere la strada che con Ciaurro intraprendemmo nella Giunta liberaldemocratica degli anni ’90, quella della collaborazione definitiva con La Sapienza, con il Lazio e con la Capitale.

L’invito è quello di alzare la testa e tenere la schiena diritta. Il resto sono solo parole di circostanza vuote di significato che tendono a procrastinare i problemi per illudere i pochi che ancora fanno finta di crederci. Da lunedì quindi, tutti a Palazzo Spada!

Enrico Melasecche
 

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