Regione.I°Commissione approva a unanimità Relazione su stato Sicurezza in Umbria
La “Relazione generale sullo stato della sicurezza in Umbria e sull'attuazione della legge regionale n. 13 del
14 ottobre 2008” è stata approvata all'unanimità dalla Prima commissione del Consiglio regionale, che ha votato il documento dopo l'illustrazione dell'assessore regionale competente, Fernanda Cecchini. Il testo predisposto dalla Giunta verrà inviato all'Aula con due raccomandazioni della Commissione: su proposta del capogruppo Damiano Stufara (Prc – Fds) e del presidente Oliviero Dottorini è stato chiesto di prevedere una verifica dell'efficacia dei progetti finanziati negli anni passati e di non istituire alcun osservatorio o organismo ulteriore, che comporterebbe un aggravio dei costi, mettendo invece a valore i compiti già assegnati al Comitato tecnico scientifico previsto dalla legge del 2008.
Il documento si articola in due parti: “L'attività della Regione Umbria in materia di Sicurezza Urbana”, riguardante l'attuazione della legge regionale 13/2008, predisposta dal servizio programmazione socio-assistenziale, progettualità di territorio e azioni coordinate con gli enti locali, e "Criminalità e sicurezza in Umbria", predisposta dal dipartimento per gli studi giuridici della facoltà di Giurisprudenza dell'Università degli studi di Perugia. Premettendo che le cifre riportate si riferiscono ai crimini che sono stati denunciati, quindi non alla totalità dei crimini effettivamente commessi sul territorio regionale, il rapporto mette in evidenza che nel triennio 2007/2009 il numero dei reati denunciati è diminuito del 8,8 per cento: “nel 2009 risultava denunciato un reato ogni 26,05 abitanti della regione, a fronte di un rapporto di circa 1 a 20 sul territorio nazionale. Spicca, nella diminuzione dei reati denunciati, il calo dei furti che appare costante e, in termini assoluti, è superiore al calo complessivo dei reati (- 3.655 nel 2009 rispetto al 2007).
Stesso andamento – si legge nella relazione - per le rapine e quindi per le ricettazioni. Molto importante il calo dei furti perché da tempo, non solo in Umbria, questo tipo di reati costituisce la gran parte dei reati
denunciati (in Umbria, nel periodo considerato, una percentuale oscillante tra il 53,94 per cento del 2007 e il 48,56 per cento del 2009). Altre tendenze che sembrano emergere nel periodo considerato, il calo costante
delle lesioni dolose, dei sequestri di persona, delle truffe e delle frodi informatiche, degli incendi; mentre – sul versante opposto - l'aumento delle denunce per danneggiamenti, di quelle legate alla detenzione e allo
spaccio di stupefacenti e di sfruttamento della prostituzione e pornografia minorile. Tra i reati contro la persona, dopo un lieve calo nel 2008, aumentano in percentuale significativa (+ 42,59), nel 2009, le denunce per violenza sessuale”.
La programmazione 2009-2010 ha indirizzato i progetti dei Comuni per la sicurezza verso tre macro aree prioritarie di intervento: gli interventi nei confronti delle vittime dei fatti criminosi; i servizi e gli interventi a
sostegno dell'operatività della polizia locale (con l'estensione del servizio "vigile di quartiere"; il miglioramento dell'efficienza delle sale operative della polizia locale e il loro collegamento con le sale operative delle forze di polizia e con altri organismi preposti alla tutela dei cittadini; la condivisione dei flussi informativi tra le forze dell'ordine, per la raccolta dei dati territoriali relativi a fenomeni di criminalità diffusa, di disagio sociale, di disordine urbano e di vandalismo); la prevenzione sociale nei confronti delle aree e dei soggetti a rischio di attività criminose, intervenendo in quei contesti dove già esiste un problema di disagio conclamato a in quelle zone percepite come insicure, attraverso azioni di prevenzione mirata, che devono essere coordinate con i programmi di intervento socio-assistenziali generali i cui destinatari spesso non sono precisamente individuati e neppure spesso individualizzabili. È dal combinato di queste diverse azioni di prevenzione che si può rispondere piùefficacemente al senso di insicurezza dei cittadini, riducendo la frequenza dei comportamenti indesiderati, non necessariamente definibili come criminali. Le risorse regionali destinate all'attuazione della legge 13, previste nel bilancio pluriennale 2009-2010, ammontano 550mila euro, così ripartite: 55mila euro per la prima assistenza delle vittime di reato; 55 mila euro per le vittime di reato con danno gravissimo; 55mila euro per per approfondimenti conoscitivi circa i fenomeni di illegalità e criminalità e la loro incidenza nella vita sociale e produttiva della regione; 385mila euro per gli interventi per il miglioramento delle condizioni di sicurezza delle comunità locali. A queste si sommano gli stanziamenti dei Comuni, che ammontano ad oltre 1 milione di euro.
Il documento dell'Esecutivo propone infine di “inserire nel prossimo bando un meccanismo premiale per quei Comuni che presentano progetti che si articolano su più di una delle diverse azioni prioritarie. Nello specifico
in merito alle azioni che riguardano la videosorveglianza si ritiene che queste debbano essere parte di un progetto territoriale più ampio e complesso, così come dovrebbe prevedere un corretto approccio alle tema
della sicurezza urbana. Di conseguenza i costi di realizzazione dei sistemi di videosorveglianza dovrebbero poter riguardare solo una quota parte del finanziamento regionale erogabile per ogni singolo progetto (50 per cento al massimo). Andrebbero infine resi più efficaci gli interventi di controllo situazionali, pretendendo che le nuove installazioni di sistemi di videosorveglianza prevedano la messa in rete con le centrali operative delle forze di polizia”.

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