Avrei di gran lunga preferito che i fatti mi avessero dato torto quando alcuni anni fa mi permisi di esprime i miei forti dubbi sulla realizzazione di quartieri nel territorio di Ponte San Giovanni. Dissi allora che la realizzazione di 300 appartamenti nell’area dell’ex Margaritelli potevano generare appetiti di dubbia provenienza , dissi anche che creare questo tipo di residenzialità significava innescare un circolo vizioso dell’illegalità, prima di tutto per le speculazioni in ballo, poi perché non sarebbe stato facile in seguito tenere il controllo sulla popolazione di questi ghetti, privi di anima e tessuto sociale. Sono questo tipo di errori che permettono , come la cronaca delle ultime ore ci conferma, l’insinuarsi ed il radicarsi nella nostra Umbria ( non più isola felice) di mafie senza scrupoli che intaccano e mettono a serio rischio l’integrità e la legalità.

Oggi, che abbiamo la certezza dello sbarco in Umbria della rete malavitosa di clan come quello dei Casalesi diventa imperativo che la Commissione regionale antimafia si attivi sempre di più per stabilire strategie volte, da un lato a comprendere sino a che punto l’infiltrazione mafiosa abbia preso piede e dall’altro a strutturare scelte politiche ed amministrative tali, da mettere la nostra imprenditoria e tutte le attività economiche al riparo dal rischio mafie. Le forze dell’ordine , che prima di tutto meritano un plauso per l’operazione appena condotta, devono continuare su questo percorso per controllare e reprimere a fondo il fenomeno. Ponte San Giovanni , la cui realtà posso ben dire di conoscere a fondo, è un quartiere fortemente a rischio poiché concentra gran parte delle attività economiche della città, dobbiamo tornare a costruire case per le famiglie oneste di lavoratori, case che devono essere realizzate da oneste imprese preferibilmente umbre, quartieri umani e vivibili con un tessuto sociale ben saldo ed in grado di fungere da deterrente per ogni forma di criminalità.

Coordinatore Cittadino Idv di Perugia
Franco Granocchia
 

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