“Riteniamo inaccettabile l’attacco che il governo ha posto in essere a danno dello stato sociale e della parte sana dell’economia come sono le imprese cooperative e le cooperative sociali che in questi anni di crisi sono rimaste a fianco delle fasce più deboli della popolazione continuando ad erogare servizi di welfare a favore di migliaia di famiglie”. È quanto afferma Andrea Bernardoni, responsabile della cooperazione sociale Legacoop Umbria, in seguito al varo della manovra finanziaria.

“In questo momento - prosegue Bernardoni - sarebbero necessarie scelte capaci di rinnovare il sistema di welfare e di trasformare il modello di sviluppo puntando sull’economia verde, sulle donne, sui giovani e sulle imprenditorialità sociale. Il governo ha invece approvato una manovra iniqua, che non affronta il problema della cattiva spesa pubblica, non tassa i patrimoni e le transazioni finanziarie speculative, ma continua l’opera di demolizione del sistema di welfare senza riformarlo, scaricando sugli enti locali il peso di ridurre i servizi ai cittadini. In questo quadro il sistema di welfare dell’Umbria, costruito nel corso degli anni grazie alla collaborazione virtuosa tra enti locali e cooperative sociali, si sta progressivamente disgregando, creando gravi conseguenze per i cittadini che registrano una progressiva restrizione e dequalificazione dei servizi che rappresentano un punto di forza del modello economico e sociale dell’Umbria”.

“Questo processo di disaggregazione del modello di welfare regionale – spiega il responsabile della cooperazione sociale di Legacoop Umbria - non è però solamente imputabile alle scelte del governo nazionale, ma trova delle cause anche locali. Registriamo con grande preoccupazione l’esito di alcune gare che, dopo anni di positiva collaborazione tra pubblica amministrazione e cooperazione sociale dell’Umbria, assegnano la gestione di servizi di welfare a realtà imprenditoriali provenienti da fuori regione, creando gravi danni al sistema imprenditoriale regionale e pesanti conseguenze per i lavoratori, aprendo una fase di distruzione di reti e legami sociali, di capitale sociale, che le cooperative hanno costruito nel corso dei decenni. Crediamo che sulle conseguenze di questi fatti tutti (a partire dalle cooperative sociali coinvolte) dovremmo aprire una seria riflessione”.

“La tenuta del sistema di welfare regionale – ha aggiunto Bernardoni - è anche messa in discussione da alcune scelte recentemente operate dalla Regione Umbria che, in un momento di risorse decrescenti, anziché convogliare i fondi a disposizione per sostenere la rete dei servizi di welfare esistenti e promuovere la creazione di nuovi mercati sociali capaci di attivare risorse private aggiuntive ha realizzato una serie di interventi a pioggia (come il bonus nidi) che rischiano di impoverire e destrutturare il lavoro sociale (come accade con il bando Family Help). Superare questa difficile fase deve essere l’impegno e la priorità per tutti gli attori, pubblici e privati. È necessario promuovere un vero e proprio cambio di paradigma, trasformando in modo radicale il sistema di welfare regionale, valorizzando le imprese cooperative sociali, ponendo al centro i bisogni ed i diritti dei cittadini”.

“La Regione, i Comuni, le cooperative sociali e le organizzazioni della società civile – ha concluso Bernardoni - devono al più presto condividere le priorità, le linee di sviluppo e le caratteristiche del sistema di welfare regionale. Non è più il tempo delle scelte unilaterali è necessaria una sempre maggiore condivisione. Riteniamo infine utile che la Regione dell’Umbria sviluppi un’iniziativa politica e legislativa che superi lo strumento della gara di appalto per i servizi di welfare puntando sull’utilizzo di quegli strumenti alternativi come (ad esempio) l’accreditamento dei servizi e la coprogettazione, già previsti dalla normativa nazionale e regionale e applicabili a questo specifico settore. Con i tagli al welfare e agli enti locali il governo nazionale scarica sui cittadini, sulle cooperative sociali e sulle organizzazioni del terzo settore i costi della crisi. L’Umbria deve reagire, superare la logica dello scaricabarile e responsabilmente avviare una profonda riforma del welfare”.

Ufficio stampa Legacoop Umbria

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