Alla fine Maurelli, Presidente del Consiglio Provinciale di Terni, ha compiuto il grande passo.
Anche se in un comunicato senza né capo né coda non riesce a dare uno straccio di motivazione politica alla sua transumanza dalle fila di Rifondazione a quelle del PD.
Per essere il Presidente del Consiglio Provinciale una bella prova di autorità morale, non c’è che dire!
Se non vuole essere ricordato come lo Scilipoti di Terni, cioè l’espressione locale del nulla politico, ha una sola possibilità: dimettersi da consigliere provinciale e ripristinare così il reale rapporto tra la volontà degli elettori e la rappresentanza istituzionale di Rifondazione Comunista.

La gente ormai ritiene insopportabile questo indegno cambio di casacche e il relativo furto del proprio voto.
Ci dicono che sia un miracolato della politica locale, senza meriti particolari da presidente di circoscrizione e Presidente del Consiglio Provinciale. Insomma Maurelli o fa il presidente o si annoia. Evidentemente l’operaio AST ha delle qualità da vendere, anche se ad oggi totalmente inespresse.
Comunque qualcuno spieghi a Maurelli che si può fare politica senza una poltroncina sotto il culo, infatti è legittimo cambiare idea e cambiare partito, ma non è obbligatorio fare il consigliere provinciale.
Se non vuol fare un cattivo servizio all’Ente Provincia si dimetta, se non vuole essere lo Scilipoti di Terni, si dimetta.

Quinto Sertorio
 

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