La manovra economico-finanziaria varata dopo un tribolato e comico, se non fosse tragico, percorso, verrà approvata col voto di fiducia entro pochi giorni.
L'emergenza e l'urgenza giustificano, secondo il Governo, l'approvazione senza la discussione parlamentare.
Questa manovra, imposta dalla BCE e dettata, nella stesura finale, dal Quirinale, vista l'inettitudine e l'incapacità del Governo, resta un'operazione di “macelleria sociale”.
Viene utilizzata per annullare le regole costituzionali che garantivano diritti e dignità ai lavoratori, senza portare un euro nell'operazione di bilancio. Vengono massacrate le famiglie, ad iniziare da quelle dei lavoratori dipendenti, già in difficoltà ad andare avanti. I pensionati sono considerati parassiti e chi stava per andare, meritatamente dopo decenni di lavoro, a riposo, dovrà attendere ancora degli anni.
L'introduzione all'ultimo momento dell'aumento dell'IVA e del prelievo del tre per cento sui redditi oltre 300.000 euro, se consente di mettere somme certe all'incasso non serve ad addolcire gli effetti del provvedimento.
L'aumento dell'IVA avrà l'effetto, come segnalato dai settori interessati, di comprimere ulteriormente i consumi in un ciclo, seppure vizioso, che vorrebbe vederli rilanciati.
Il prelievo del 3% su grandi redditi a partire da trecentomila euro è uno zuccherino per manager e dirigenti che veleggiano da anni col vento in poppa.
Togliere le detrazioni fiscali per i familiari a carico ad un operaio è operazione pesante per molte famiglie, devastante per un nucleo che magari ha come entrate il sussidio di cassa integrazione di 800 euro mensili.
Togliere qualche migliaio di euro su redditi milionari non mette a repentaglio che l'acquisto di una borsa ed un paio di scarpe griffate.
Sono quelli che guadagnano 1000 euro al giorno, il doppio di quanto percepiscono milioni di pensionati al mese e delle centinaia di migliaia di cassintegrati.
Sta tutta qui l'iniquità dell'azione del Governo.
E si tratta comunque di interventi su persone che, almeno per la parte dichiarata, le tasse le pagano.
Giusto, equo, corretto e,socialmente, dovuto sarebbe stato agire sui patrimoni, sia immobiliari che finanziari. Sui capitali cioè prevalentemente creati nel tempo frutto di speculazione finanziaria, che resta tassata pochissimo e molto sotto gli altri paesi europei, e, soprattutto, evasione fiscale.
In questa direzione questo Governo, che più di ogni altro nella storia italiana rappresenta proprio gli interessi speculativi, non ha inteso muovere un dito.
Sono iniziati a scorrere i titoli di coda sul ventennio berlusconiano.
Questa manovra, e la prossima imminente, sono colpi di coda che avranno ricadute sociali pesantissime. Per questo vanno combattute e rifiutate. Per questo continueremo a chiedere, fino a pretenderlo, che siano i grandi patrimoni e le grandi ricchezze a contribuire in gran parte alla risanamento del debito nazionale.

Il Consigliere
Orfeo Goracci

 

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