Ddl semplificazioni - 145 articoli per ridurre i tempi burocratici
Di Armando Allegretti
PERUGIA - A Palazzo Cesaroni sono iniziati i lavori del Consiglio regionale con l'esame della legge regionale sulla “Semplificazione amministrativa e normativa dell'ordinamento regionale e degli enti locali territoriali” un testo che si compone di ben di 145 articoli e che si propone di ridurre drasticamente i tempi burocratici di Regione ed enti locali umbri nel rilascio di pratiche amministrative autorizzazioni e permessi.
L’atto è stato illustrato da Luca Barberini (Pd) che ha definito la legge “un riordino senza precedenti
di procedure e normative, in nome della semplicità a tutto vantaggio di cittadini ed imprese”.
Da contro l’area di minoranza nelle parole di Massimo Monni (Pdl) che ha annunciato il voto favorevole sull’atto e ribadendo che l'obiettivo della semplificazione era già oggetto di una legge del Pdl nella precedente legislatura e uno dei punti cardine nel programma di Fiammetta Modena.
Molti interventi in merito ai cambiamenti previsti e molti punti di vista si sono susseguiti fino ad ora (è stata infatti sospesa poco dopo mezzogiorno la seduta del consiglio per la presentazione degli emendamenti, che ora sono all'esame degli organi tecnici del consiglio n.d.r.).
L'area di maggioranza
Il relatore di maggioranza, Luca Beverini, ha parlato di “un riordino senza precedenti delle procedure e delle normative, in nome della semplicità a tutto vantaggio di cittadini e imprese”. “Questa legge – ha detto - attua uno dei punti fondamentali del suo programma di legislatura, quello di una Regione Umbria più semplice,
più efficiente e più attenta alle nuove sfide della società complessa di oggi. La semplificazione amministrativa e normativa avvia un percorso non più rinviabile di liberazione di risorse, oggi assorbite da processi burocratici che ritardano oltremisura le risposte della Pubblica Amministrazione, per destinarle al potenziamento del sistema economico produttivo; per favorire la competitività delle imprese e, non da meno, per semplificare la vita quotidiana delle famiglie e dei cittadini umbri”.
“Si tratta di una classica riforma a costo zero – ha continuato - che presuppone un riordino senza precedenti di procedure e normative, con l'obiettivo finale di perseguire la più ampia semplicità di procedure e adempimenti senza per questo cadere nella superficialità: è una sfida vera che non ci spaventa perché siamo consapevoli che far fronte alla complessità attraverso la semplicità sia la strategia vincente”.
“Per questo obiettivo ambizioso, il disegno di legge sulla semplificazione amministrativa impegna Giunta e Consiglio regionale a predisporre entro date precise, fino il 31 dicembre 2014, testi unici che in ordine di priorità riguardano i seguenti settori: agricoltura, artigianato, industria, commercio, turismo, governo del
territorio, sanità e servizi sociali. La legge punta ad un risparmio effettivo dei costi, pari al 25%, e per farlo introduce disposizioni collegate automaticamente alla decorrenza dei termini, come l'indennizzo monetario per il ritardo della P. A. nella conclusione del procedimento.
Lo strumento per attuare gli obiettivi prefissati, è il piano triennale di semplificazione, adottato dalla Giunta regionale e sottoposto alla approvazione del Consiglio regionale. Definisce linee guida, modalità organizzative e tecnologiche, verifica e controllo sullo stato di avanzamento e sull'effettivo raggiungimento degli obiettivi.
Fra le novità essenziali del disegno di legge sono da segnalare: la conferenza dei servizi, individuata come soggetto sul quale far convergere tutte le procedure per evitare sovrapposizione di competenze e snellire gli
adempimenti, anche attraverso l'utilizzo della conferenza telematica; lo sportello unico per le attività produttive e per l'attività edilizia (Suape); il nuovo istituto della Scia (Segnalazione certificata di inizio attività) che sostituisce la Dia (dichiarazione di inizio di attività); il rafforzamento dell'istituto dell'autocertificazione da parte dei professionisti; la fissazione di tempi precisi per l'esame di istanze di cittadini ed imprese; la riduzione in materia di edilizia a due soli titoli abilitativi.
La legge abolisce anche alcune certificazioni ormai ritenute inutili e superate, ad esempio l'idoneità fisica all'impiego e introduce modifiche in tema di urbanistica ed edilizia come per la vigilanza, responsabilità e sanzioni, per favorire e l'ulteriore recupero di annessi agricoli; per la Vas (valutazione ambientale strategica).
Il disegno di legge e tutti gli emendamenti presentati sono stati esaminati dalla Prima Commissione che ha deciso a maggioranza, con 4 voti favorevoli, e 3 di astensioni tecnica di esprimere parere favorevole sul testo che si propone, così come risulta modificato” – ha concluso.
L'area di minoranza
La “palla” è poi passata al relatore di minoranza Massimo Monni (Pdl), relatore di minoranza che ha ribadito la volontà di votare positivamente alla legge, chiarendo: “voteremo si ad una legge che arriva tardi ma che era nei nostri programmi e che applica delle novità volute dal Governo nazionale”.
“Mi fa piacere – ha continuato - sottolineare che molte indicazioni della legge provengono dal Decreto legge
70 del 2011, voluto dal Governo, e che introduce istituti importati come il silenzio assenso e le premialità edilizie per chi recupera e fa riqualificazione urbana. Un ruolo importante lo avrà anche il nuovo strumento denominato Scia (segnalazione certificata di inizio attività) prevista in un altro decreto del Governo, il numero 78 del 2010. E' Importante aver ampliato il ventaglio di interventi in edilizia per i quali non sarà richiesto titolo abilitativo, ma una semplice comunicazione di lavori da fare al Comune. Utili anche alcune procedure semplificate per le varianti alla parte strutturale dei Prg comunali e l'adeguamento di altre disposizioni per favorire il recupero di annessi agricoli, serre ed attività florovivaistiche, limitando l'uso di piani attuativi. Si tratta di un provvedimento utile ad incrementare i livelli di competitività e crescita economica del sistema locale che dovrebbe diminuire di almeno un quarto il peso della burocrazia sui cittadini e sulle imprese. Il suo effetto dovrebbe aumentare ulteriormente quando saranno varati i testi unici regionali sui principali settori della economia dal turismo al governo del territorio fin alla sanità. Rispetto al testo iniziale molte modifiche sono state introdotte dalla Giunta e dagli stessi consiglieri”.

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