Il dovere di riformare, la libertà di criticare
di Damiano Stufara Presidente del Gruppo PRC-FdS
PERUGIA - Nell'ultimo rapporto sulla libertà di stampa 2011 di Freedom House, un'organizzazione non-profit e indipendente statunitense, l’Italia viene giudicata, unica tra le nazioni occidentali, un Paese “parzialmente libero“. Un risultato annunciato, che corrisponde ad un trend negativo consolidatosi negli anni e che non può essere disgiunto dal più generale processo d'involuzione economica e sociale con cui si confrontano milioni di lavoratori, giovani, disoccupati e pensionati; la crisi morde, e per non farsi travolgere si stringe ancor di più la museruola.
Un esempio, nella nostra Umbria, è dato dalla querelle innescatasi sulla stampa a seguito del comunicato della Federazione di Terni del PRC relativo alla posizione del Vescovo Paglia sulle difficoltà della nostra città e sul ruolo che, a Suo dire, sono chiamate a giocare le istituzioni locali. La nostra posizione è chiara: non si contesta, come troppi hanno preferito lasciare intendere, il diritto del Vescovo a proporre delle riflessioni alla comunità politica e alla cittadinanza, ma si rivendica il diritto a misurarsi su tematiche politiche alla pari con il massimo esponente sul territorio di un'autorità – la Chiesa – che a nostro dire ha delle precise responsabilità, se è ancora valido il vecchio principio solidaristico secondo cui chi ha di più deve dare di più.
Si è preferito tuttavia far passare Rifondazione per una forza liberticida, con gran dispendio di dichiarazioni e d'inchiostro; nonostante la notevole mole di esternazioni a difesa del Vescovo, non una parola si è letta sulle prerogative di cui la Chiesa gode nel nostro Paese, che in tempi di “scelte dolorose ma necessarie” - espressione usata dal Vescovo Paglia nella lettera letta per suo conto al Consiglio Provinciale di Lunedì 29 Agosto – possono e devono essere messi in discussione, senza trincerarsi dietro il “ruolo sociale della Chiesa”, che pure va riconosciuto e apprezzato.
Rifondazione Comunista in Umbria contribuisce alla necessaria azione riformatrice promossa dalla Giunta regionale, che in un contesto caratterizzato dalla drastica riduzione delle risorse e dall'assenza di programmi di sviluppo – particolarmente grave per un'area di crisi come quella di Terni – intende riqualificare gli organi di governo del territorio, senza sacrificare né l'assetto istituzionale della Regione, né il primato delle istituzioni democraticamente elette, recuperando risorse ed efficienza, senza intaccare i diritti dei cittadini. Lo testimoniano gli sforzi per l'informatizzazione e la digitalizzazione del sistema regionale, l'impegno per il superamento dei Consorzi di Bonifica, la proposta di legge contro le delocalizzazioni e quella per il riconoscimento dell'acqua come bene comune. A tutto questo aggiungiamo una libertà di critica e di pensiero che ci obbliga a denunciare i grandi e piccoli privilegi che minacciano le fondamenta della nostra democrazia; a chi si scandalizza rispondo che non solo vogliamo far pagare l'Ici alla Chiesa, ma anche la patrimoniale ai ricchi.
P.S.
Durante la seduta notturna di Sabato, la Commissione Bilancio del Senato, nel discutere la manovra finanziaria del Governo, ha bocciato un emendamento, proposto dai Radicali, per abolire l'esenzione Ici sulle attività commerciali che fanno capo alla Chiesa. Le possibili entrate erano stimate in 700 milioni di Euro, per compensare i tagli agli Enti Locali. Il PD si è spaccato (alcuni favorevoli e alcuni astenuti), contrari PdL, Lega e Terzo Polo, IdV astenuto. Al Senato l'astensione equivale al voto contrario.

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