Sciopero generale: l'Umbria si è fermata
PERUGIA - “Abbiamo riempito le piazze e abbiamo svuotato fabbriche e uffici, qui in Umbria come nel resto del Paese. Una giornata di mobilitazione come questa non si vedeva da tempo. E' il segno che le lavoratrici, i lavoratori, le pensionate e i pensionati i giovani e gli studenti di questo Paese sono stanchi di pagare sempre e solo loro: è ora che paghi chi non ha mai pagato”. Con queste parole il segretario generale della Fisac Cgil nazionale, Agostino Megale, ha concluso la manifestazione organizzata dalla Cgil a Perugia, in Piazza della Repubblica, alla quale hanno partecipato diverse migliaia di persone accorse da tutta la provincia per gridare la loro contrarietà alla manovra economica del Governo.
Migliaia in piazza con la Cgil anche a Terni, nell'altra manifestazione provinciale, tenuta sotto la sede della prefettura in via della Stazione e conclusa da Marco Di Luccio, del dipartimento nazionale organizzazione Cgil.
“La grande riuscita dello sciopero e delle manifestazioni nella nostra regione dimostra quanto la nostra battaglia sia condivisa e sentita, anche al di fuori della nostra organizzazione”, ha commentato Mario Bravi, segretario generale della Cgil dell'Umbria. “D'altronde, è un fatto che noi umbri siamo doppiamente colpiti – ha aggiunto - da una parte infatti c'è la fortissima crisi industriale (in Umbria, secondo uno studio della Cgil nazionale, insistono 3 delle 20 vertenze più importanti a livello nazionale: Thyssen, Polo Chimico e Merloni, ndr), che nella manovra è totalmente ingnorata, mancando completamente qualsiasi elemento di politica industriale. In secondo luogo – ha aggiunto Bravi – c'è l'attacco al welfare, che ha sempre contraddistinto positivamente la nostra regione, messo in ginocchio dai pesantissimi tagli a Regioni ed enti locali che si tradurranno in nuovi tagli ai servizi (in piazza con la Cgil non a caso c'erano i due sindaci di Perugia e Terni e la presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, ndr)”.
A fronte di tutto questo, secondo la Cgil, non era possibile stare a guardare: “Il Governo sappia che non ci rassegneremo e continueremo a batterci per cambiare questa manovra ingiusta e insopportabile – ha avvertito Susanna Camusso dal palco della manifestazione di Roma - lotteremo insieme alle lavoratrici e ai lavoratori, ai pensionati, ai giovani, ai lavoratori pubblici, agli enti locali, alle regioni. Ogni giorno avrà la sua iniziativa”.
Le adesioni allo sciopero in Umbria
Dai primi rilevamenti effettuati dalla Cgil risulta molto elevata l'adesione allo sciopero generale di otto ore proclamato per la giornata odierna. A livello nazionale la partecipazione media si attesta intorno al 58%. Il dato è ricavato da un campione predisposto da una società specializzata ed è rappresentativo dal punto di vista statistico. Il campione di riferimento è composto da 800 tra aziende, reti, uffici, servizi pubblici e commerciali. La percentuale del 58% “è molto alta" perché va letta in relazione all'impossibilità per molti lavoratori di scioperare 'comandati' per garantire i servizi pubblici essenziali.
“La sensazione è che in Umbria siamo su questi livelli se non un po' al di sopra”, afferma Raffaella Chiaranti, responsabile di organizzazione della Cgil dell'Umbria. “Certo è – continua la segretaria – che nelle principali realtà produttive da noi monitorate abbiamo registrato livelli di adesione che non si raggiungevano da molto tempo”. Ecco alcuni esempi tra i più significativi: Thyssen 80%, Perugina 60%, Oma 70%, De Walt Industrial 95%, Tagina 90%, Iverplast 60%, Emu 60%, Nardi 85%, Metalmeccanica Tiberina 50%, Magazzino Coop Centro Italia 100%, Regione Umbria 40%, Comune Todi 40%, Centro Ambiente Foligno 100%, Comune Città della Pieve 80%, Istituto commerciale e industriale Amelia 40%, Fabbrica d'Armi 37%.

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