Legambiente Umbria aderisce allo sciopero di domani
PERUGIA - "I contenuti della manovra predisposta dal Governo, appaiono del tutto inadeguati alla gravità della crisi che stiamo vivendo, che è parallelamente sociale, economica e ambientale. Questa manovra acuisce le disuguaglianze, aggrava la precarietà, riduce la sicurezza dei cittadini e aggredisce il territorio". E' il commento di Alessandra Paciotto, Presidente di Legambiente Umbria annunciando l'adesione dell'associazione alla giornata di protesta indetta per domani.
In tutti i Paesi europei si cerca di spostare il peso della fiscalità dal lavoro al consumo delle risorse ambientali e alle emissioni di CO2, in modo da premiare gli investimenti virtuosi, e si punta ad aggredire le speculazioni finanziarie internazionali attraverso la Tobin Tax. Soluzioni che permettono di recuperare risorse, creare occupazione immediata e duratura, e costruire le condizioni per una crescita reale e sostenibile.
“La risposta alla gravissima crisi che ha inciso profondamente nell'economia e nella società italiana – continua la Paciotto - non può venire dalle solite ricette come i tagli del walfare, dell'educazione e della formazione, dalle privatizzazioni dei servizi primari, dall’abbattimento dei controlli ambientali, dallo sviluppo edilizio e dalle rottamazioni delle auto, come è stato per anni in questo Paese. Quell'idea di sviluppo appartiene ormai al passato e non avrà spazio nel futuro. Per tutto questo riteniamo inaccettabile la manovra del governo e come associazione, anche a livello nazionale, sosteniamo la protesta indetta per dalla Cgil e dai sindacati di base".
“Chiediamo anche alla Regione Umbra e alle amministrazioni locali – conclude la rappresentante regionale di Legambiente - un impegno straordinario perche questa possa essere l'occasione per ripensare il modello di sviluppo, ambientalmente e socialmente sostenibile per la nostra piccola regione e che sappia dare una diversa priorità alle poche risorse disponibili, rilanciando per davvero la lotta all’evasione fiscale, aprendo una lotta senza quartiere all’economia dello spreco e riqualificando la spesa pubblica e dando segnali chiari di volere approfittare della crisi per dare vita ad una nuova giustizia sociale, una più equa ripartizione dei sacrifici e delle opportunità senza la quale non ci può essere quella concordia e pace sociale premessa di una possibile e desiderabile ripresa dell’economia.”

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