PERUGIA - La Regione Umbria non ha alcuna necessità di conferire incarichi professionali mirati allo studio ed al miglioramento del linguaggio di televisioni e mass media offensivo nei confronti delle donne, perché questi compiti rientrano fra quelli di vigilanza, controllo e monitoraggio affidati dalla legge al Corecom”.

Lo sostiene il consigliere regionale del Pdl Massimo Monni, in un'interrogazione alla Giunta regionale, a proposito dell'avviso pubblico per il conferimento di incarichi professionali, nell'ambito del progetto, “Un nuovo linguaggio per raccontare le donne”, bandito dal servizio Attività generali della presidenza di Palazzo Donini che, precisa il consigliere, prevede incarichi da portare a termine entro il 31 dicembre per un compenso di diecimila euro ciascuno.

Monni chiede all'esecutivo di Palazzo Donini la motivazioni dell'avviso pubblico, in considerazione dei compiti similari svolti dal Corecom che, "come organo funzionale dell'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni assicura a livello territoriale le funzioni di governo, garanzia e controllo in tema di comunicazioni e, in questa veste esercita una serie di competenze consultive, di gestione, istruttorie, di vigilanza e controllo".

L’esponente del Pdl esorta, infine, la presidente della Giunta a, “ragionare in una logica di risparmio e non di sprechi, tenendo conto che di recente il Comitato regionale per le comunicazioni ha assunto quattro nuovi dipendenti per svolgere le sue mansioni istituzionali”.

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