Marsciano: il Comune getta discredito sulle organizzazioni sindacali
MARSCIANO - Avremmo fatto volentieri a meno di rispondere, ma quando ci si da pubblicamente dei “bugiardi” non possiamo resistere. Ne va della nostra credibilità e dignità personale.
Mai avremmo pensato, né voluto, che le relazioni sindacali all’interno del Comune di Marsciano diventassero di questa natura, simili solo ad alcune realtà “padronali”, nel vero senso letterale della parola.
Di questo “qualcuno” se ne dovrà assumere la responsabilità, ma se così è, ne prendiamo atto ed accettiamo la sfida.
Mai avremmo pensato che il comune di Marsciano, alla stregua del governo nazionale, tentasse di gettare discredito sulle Organizzazioni Sindacali pretendendo di fare il bello e il cattivo tempo nei confronti del personale in barba alla Legge ed ai contratti di lavoro.
L’interpretazione dell’Amministrazione di alcune norme contrattuali riguardante il personale educativo è sempre stata confutata dalle organizzazioni sindacali ed è proprio per questo che dopo 11 mesi di discussione non è stato raggiunto alcun accordo, contrariamente a quanto avvenuto in altri comuni sullo stesso argomento, nonostante l’interessamento e la mediazione della prefettura di Perugia, che, come risulta dal verbale della riunione, non ha certo incensato l’atteggiamento del comune di Marsciano.
Una cosa vera nel comunicato dell’Amministrazione di fatto c’è: esistono le sentenze emesse dai vari tribunali in giro per l’Italia, anche queste però contrastanti tra loro e che riguardano le 42 settimane del calendario scolastico. Ma su questo, chi era al tavolo sa benissimo che la posizione che esprimiamo è quella che le segreterie nazionali di CGIL – CISL – UIL hanno da sempre espresso e condiviso con le Amministrazioni locali e che a Marsciano, dopo oltre dieci anni di pacifica applicazione del CCNL, si pretende di rimettere unilateralmente in discussione.
Ma per quanto riguarda l’orario di lavoro delle educatrici è stato solo chiesto il rispetto dell’Art 31 del CCNL Regioni ed Autonomie Locali del 14/9/2000, che nessuna Legge successivamente intervenuta ha mai abrogato (altro che la richiesta di un nuovo accordo), che tutti coloro che leggono possono tranquillamente tramite Internet verificare. Articolo che fissa per questa figura professionale 30 ore settimanali a contatto con i bambini oltre alle 200 ore annue (20 ore mensili per 10 mesi all’anno) per attività aggiuntive (aggiornamento, formazione, incontri con le famiglie, ecc..) non necessariamente da effettuare nella stessa giornata lavorativa, ma comunque, mai portate alle 36 ore settimanali, come richiesto dall’Amministrazione. Questo, non perché questi lavoratori godano di un privilegio rispetto agli altri dipendenti, ma perché così recita il contratto nazionale di lavoro tenuto conto della particolarità della mansione svolta.
Per quanto riguarda il numero dei bambini, ci dispiace per coloro che non hanno trovato posto, ma non poteva essere diversamente, sempre che qualcuno non ignori che anche in questo caso ci sono delle Leggi da rispettare e che i nidi non sono fabbriche di mattoni o di bulloni!
Per il resto per carità nessuna morale! La gravità della situazione è sotto gli occhi di tutti, l’attacco ai servizi e ai pubblici dipendenti è sempre più forte. Ciò impone soprattutto a chi amministra scelte precise, che vadano verso la riduzione dei costi della politica ed il risparmio di spese secondo noi inutili per esempio per consulenze, incarichi professionali, fondazioni e quanto altro, utilizzando questi risparmi per garantire servizi ed occupazione.
Non sappiamo se a Marsciano sarà così.
FP – CGIL Ivano Fumanti
UIL – FPL Andrea Russo

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