Più che indignato, sono addolorato per l'orgia oscena che si è ancora una volta consumata nel corso della seduta della massima assise cittadina di martedì sera. Uno scempio della legalità democratica compiuto da un Presidente del Consiglio comunale che ha scambiato le Istituzioni per casa propria, con il sostegno e la complicità della Giunta e dei reggimocolo della maggioranza, nessuno escluso.

La protervia, l'arroganza e il livore con cui Vecchiarelli ha preteso a più riprese di togliermi la parola, di sospendere i lavori della seduta e di allontanarmi dall'aula, anche con l'improprio ed illegittimo ricorso alla forza pubblica, ha dell'incredibile, dell'indecente e del vergognoso e porta un solo nome: fascismo, allo stato puro. Non vi era alcuna giustificazione a suon di leggi e di regolamento: mi si è impedito di svolgere la mia funzione e di esercitare quelle che sono le prerogative di qualsiasi consiglio comunale, interrompendo proditoriamente e senza motivo argomentazioni sviluppate con buona educazione e nel pieno rispetto dell'Istituzione di cui faccio parte e dei suoi regolamenti.

L'unica giustificazione per il comportamento non nuovo per questo Presidente del Consiglio comunale è la crisi di nervi che travolge questa maggioranza non appena si apra una discussione di natura politica, soprattutto su argomenti come l'acqua pubblica: è l'ossessione della democrazia, l'impermeabilità assoluta e radicale che dimostrano il Presidente del consiglio comunale, la Giunta e la maggioranza nei confronti della dialettica democratica, ancorchè civile e rispettosa dei ruoli e degli ordinamenti.

Di fronte a questo ennesimo atto di disprezzo delle fonti del diritto pubblico, costituzionale ed amministrativo e di fronte a queste reiterate aggressioni alle prerogative del consiglio comunale stavolta si andrà fino in fondo: nei prossimi giorni mi recherò personalmente dal Prefetto della Provincia di Perugia e chiederò la rimozione di Vecchiarelli dalla Presidenza del consiglio comunale, per manifesta incapacità a svolgere un ruolo che dovrebbe essere di garanzia per tutti i consiglieri comunali e per provata attitudine a condurre i lavori del consiglio comunale in disprezzo di ogni più elementare e sacrosanto principio della democrazia. Mi riservo altresì di procedere con un esposto alla Procura della Repubblica.

A Gualdo va ripristinata la legalità democratica di un'Istituzione fondamentale come il consiglio comunale che non può essere più piegato ai capricci del Sindaco, della Giunta e della maggioranza di cui, in questo caso sì, si fa garante il Presidente del consiglio comunale. Una situazione che va sanata al più presto, anche con la mobilitazione delle forze politiche democratiche e della società civile, prima che essa faccia altri danni e rompa definitivamente con la tradizione civile e democratica della nostra Città, nell'indifferenza e con la complicità delle anime belle.

Si conosce la causa di questo comportamento: martedì sera si doveva trattare degli ordini del giorno presentati da me e dal consigliere di Tutti Uniti per Gualdo per l'esecuzione della sentenza del Consiglio di Stato. Di fronte alla richiesta di anticiparne la discussione, il Presidente del consiglio comunale mi ha impedito di esporre le motivazioni della mia contrarietà, così come consente il regolamento dell'assise. Una contrarietà relativa, però, perché ne avrei chiesto, così come annunciato agli stessi cittadini presenti alla seduta e direttamente interessati alla questione, di posticiparla subito dopo la discussione del mio ordine del giorno presentato fin dal 23 giugno per la ripubblicizzazione del servizio idrico integrato così come previsto e già deliberato dal consiglio comunale.

Una delibera su cui la Giunta risulta tuttora inadempiente, nonostante l'esecutività delle disposizioni datata al 16 gennaio.

Di fronte ad una platea di sostenitori delle ragioni dell'acqua pubblica, si è dunque impedito di ratificare un percorso già deliberato che è forte della volontà espressa dalla stragrande maggioranza dei cittadini con il voto referendario, ma che dalla Giunta si cerca di disattendere e tradire.

Nel merito del casus belli, la chiusura dei pozzi Idrea, si è consumata l'ennesima sceneggiata politica della maggioranza: Tupg ha ritirato il suo ordine del giorno con la motivazione secondo cui ci si sentiva soddisfatti dell'impegno e dell'azione annunciati dalla Giunta. Un impegno per la verità molto fumoso e limitato di fatto alla richiesta di un incontro con la Regione che rimanda la chiusura definitiva della vicenda alle calende greche.

E' rimasto in discussione solo il documento di Sinistra per Gualdo che recepiva in tutto le richieste pubblicamente avanzate dal Comitato in difesa del Rio Fergia e che impegnava chiaramente l'Amministrazione comunale ad attendere alla sentenza del Consiglio di Stato disponendo, a carico di Idrea Srl, la chiusura immediata dei pozzi di ricerca denominati Corcia e Rigali, il ripristino dei luoghi e la messa in sicurezza del bacino imbrifero interessato dalle attività di perforazione e di ricerca, entro e non oltre 60 (sessanta) giorni dalla deliberazione.

La maggioranza ha votato contro questo documento e Tupg ha sacrificato sull'altare di una poltrona la battaglia per l'acqua pubblica.

La posizione di Sinistra per Gualdo e del gruppo consiliare di Rifondazione Comunista è cristallina e del tutto coerente con gli impegni assunti in campagna elettorale, subito dopo la sentenza del Tar, con gli atti cui abbiamo dato corso successivamente e con le volontà espresse dai cittadini di Boschetto alla cui vittoria si deve rendere merito con i fatti e non solo a parole, senza immolare le ragioni dell'acqua pubblica sull'altare di una poltrona da assessore.

Continueremo pertanto a vigilare e, anche dopo che verrà formalmente notificata la sentenza al Comune di Gualdo, a sollecitare la Giunta affinchè assolva agli impegni cui la si richiama evitando finzioni, disimpegni, omissioni, ritardi e rimpalli di responsabilità.

Per quanto mi riguarda e per quanto riguarda Sinistra per Gualdo, prosegue da subito, e più forte, l'impegno a tutto tondo a sostegno delle ragioni dell'acqua bene comune, sia che si tratti della chiusura dei pozzi Corcia e Rigali, sia che si tratti della ripubblicizzazione del servizio idrico integrato, sia che si tratti delle questioni legate alla gestione di Umbra Acque, a partire dal caso del deposito cauzionale. Per non tradire il voto referendario e per rappresentare al meglio le volontà generalizzate dei cittadini di Gualdo, non solo di quelli di Boschetto.

Per la sinistra per Gualdo
Gianluca Graciolini

 

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