Vus: così non va, si cambi strada e metodo
FOLIGNO - Così non va. Abbiamo molto da fare e da lavorare seriamente, non si può mettere a rischio il futuro per esercitarsi in confronti muscolari tra pezzi di uno stesso partito o fra città amministrate da una stessa coalizione.
Acqua, rifiuti, gas: in ognuno di questi settori c’è una sfida difficile da affrontare. Vorremmo discutere di ammodernamento delle reti idriche senza aumento delle tariffe, di tutela delle acque dall’inquinamento, di organizzazione della raccolta differeziata, di nuove tecnologie per lo smaltimento finale dei rifiuti dopo la chiusura di Sant’Orsola, delle strategie di markenting che servono ad una azienda pubblica per essere concorrenziale nel settore delle energie, anche alternative.
Invece niente, tante teste che non sono riuscite in questi ultimi passaggi a dare qualche indicazione politica chiara, a progettare un futuro migliore, a risolvere problemi che ci stanno per cadere adosso tutti insieme. Intanto la regione si muove per costruire un unico impianto di incenerimento dei rifiuti, per di più nocivo, spendendo milioni di euro che vengono sottratti al potenziamento degli impianti di smaltimento a sostegno della raccolta differenziata che potrebbero essere dislocati in tutte le Ati e dirottati in una sola zona e nella sola azienda che lo gestirà, avvelenando l’aria di una regione già alle prese con le polveri sottili, appesantendo la situazione di un territorio come il nostro che - non solo dovrà dipendere da altri per lo smaltimento dei propri rifiuti - ma dovrà anche pagare di tasca propria e profumatamente il trasporto e la consegna, con la possibilità di aumenti smisurati delle tariffe. Su tutto ciò, non un parola chiara dalla maggior parte dei sindaci che siedono nell’assemblea dei soci. Non una decisione.
E’ in questo quadro che si è aperta una vicenda che giustamente alcuni giornalisti hanno definito ‘televuscom’, fatta verbali firmati e non firmati, accuse incrociate e scaricabarile, che ha portato alle dimissioni di Sergio Villa, ora ex-presidente.
Com’è noto Sinistra Ecologia e Libertà è contraria alla vendita di VusCom e ha più volte denunciato la difficile partita di poteri privati che si muove nel resto della regione intorno al tema delle privatizzazioni dei servizi pubblici locali.
Com’è altrattanto noto Sel avrebbe preferito percorrere fin dall’inizio una strada diversa sulla presidenza, individuando un tecnico di comprovata sensibilità ambientalista e grandi competenze specifiche nei settori di azione di Vus.
Nonostante questo non possiamo non denunciare che queste dimissioni ci paiono l’ennesimo frutto di una dialettica interna al territorio e al partito di maggioranza relativa dell’alleanza, cioè il Partito Democratico, più che il risultato di qualche fatto concreto. Se i sindaci non volevano vendere VusCom non c’era che da ratificarlo con una riunione ufficiale, dirlo ai cittadini e illustrare le buone ragioni di questa scelta: certamente nessun intralcio poteva venire da una qualsiasi lettera esplorativa, evidentemente chiesta da alcuni sindaci stessi.
A questo punto, dopo un presidente dimessosi perchè indagato (e dimessosi troppo tardivamente anche da presidente di VusCom) e un altro dimessosi a causa della conflittualità interna anche allo stesso cda, decenza vuole che si fermi il totonomi e si imposti il più in fretta possibile una discussione seria.
Non c’è tempo da perdere: i sindaci si assumano le proprie responsabilità, discutano e stabiliscano con precisione quali dovranno essere le strategie fondamentali dell’azienda sui rifiuti, sull’acqua e sull’energia. Scrivano un documento che possa essere il canovaccio di un futuro piano industriale e contemporaneamente di una propospettiva politico-amministrativa. Lo presentino alla cittadinanza, ai partiti, alla società civile: ci dicano prima cosa vogliono fare con chiarezza e dettagliatamente e poi discutano di quali persone possano rappresentare meglio tale progetto, lasciando a casa le appartenenze partitiche, correntizie, cittadine, territoriali e qualsiasi altro opportunistico equilibrio.
Servono competenze, obiettivi ed idee chiare, e una capacità di gestione che sappia dimostrare efficacia, coerenza, fermezza. Per il presidente, per il cda - che a questo punto è opportuno venga completamente rinnovato - e anche per il direttore, che non può non essere scelto con un bando pubblico con stringenti e trasparenti criteri di selezione.
Infine dobbiamo esprimere la nostra solidarietà ai tanti lavoratori e lavoratrici che hanno visto in questi ultimi mesi trasformarsi lo stato di incertezza e confusione dell’azienda e della politica, nell’incertezza e nella confusione del proprio destino lavorativo: ai precari della raccolta dei rifiuti, ai letturisti della Dinamica Centro Servizi, ai tre giovani interinali di Centro Ambiente.
Lo diciamo ancora: così non va, si cambi strada e metodo.
SINISTRA ECOLOGIA E LIBERTA’ - Circolo di Foligno

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