TERNI - ''Una decisione insufficiente e non coerente con l'obiettivo che intende perseguire'': cosi' il vescovo di Terni, Narni e Amelia Vincenzo Paglia definisce l'ipotesi di cancellazione della Provincia contenuta nella manovra del Governo. Lo fa nel messaggio inviato questo pomeriggio in occasione del Consiglio provinciale in seduta congiunta con quello comunale. Monsignor Paglia, fuori Terni per alcuni impegni, spiega che ''il Paese e' in un momento difficilissimo e scelte dolorose sono necessarie''.

'' Queste scelte debbono pero' riguardare tutti - ha aggiunto - e non possono essere ristrette a pochi con metodi irragionevoli e forse anche di incerta compatibilita' con le regole costituzionali''. Secondo il vescovo ''non avere piu' le forme di garanzia che la storia recente ci aveva abituato a dare per scontate, ci obbliga cosi' ad un salutare ripensamento delle nostre responsabilita', delle nostre capacita' di far fruttare le risorse di cui siamo dotati''.

''Non dobbiamo chiedere garanzie ad altri - ha proseguito - ma chiedere a noi stessi di impegnarci di piu', di lavorare di piu' e meglio''. Per questo a detta del presule e' necessario ''edificare una nuova fase della vita della citta', una fase 'costituente', capace di porre nella giusta prospettiva anche le questioni dei rapporti tra i diversi livelli territoriali di esercizio del potere politico''.

''Questo territorio - prosegue il messaggio - deve sapere guardare in ogni direzione, deve sapere stringere alleanze senza preclusioni che non hanno piu' ragione di essere coltivate, e senza fedelta' che spesso non sono che il frutto di convenienze di breve periodo o di sudditanze non piu' giustificate''.

Monsignor Paglia ha poi fatto riferimento alla ''questione Terni''. ''Da anni - ha spiegato - si e' andata cristallizzando dentro la realta' regionale, una questione che attraversa molte dimensioni, lo sviluppo industriale, la sanita', l'universita', la ricerca, i servizi pubblici locali, la cultura''. Infine secondo il vescovo ''Terni, Narni e tutto il nostro territorio hanno bisogno di fare sistema con alcuni dei territori contigui. Con lucidita' e spregiudicatezza''.

''Vale la pena di abbandonare per sempre - ha sottolineato - i vecchi miti. Dalla piccola dimensione come culla del buon vivere a quello della 'citta' regione', mito dirigista e centralista. Occorre liberarsi degli accordi imposti gerarchicamente e procedere ad un rimescolamento dal basso''.

Al consiglio congiunto ha preso parte il sindaco di Terni Leopoldo Di Girolamo che, nel suo intervento, ha spiegato di essere pronto ''a lottare su due questioni fondamentali''. ''La prima - ha detto - e' la semplificazione istituzionale inaccettabile che ridurrebbe la nostra regione ad una sola provincia, ma che significherebbe naturalmente la scomparsa dell'una e dell'altra provincia, perche' o ci sara' una regione senza province o addirittura non ci sara' piu' la regione dell'Umbria. Un tale provvedimento avrebbe per Terni un significato ancor piu' negativo perche' porterebbe con se' la scomparsa di istituzioni importanti per il nostro territorio, come la Camera di commercio che non avrebbe piu' una sede nella citta' industriale piu' grande del centro Italia, a parte Roma''.

La seconda questione fondamentale per Di Girolamo e' ''tornare indietro non solo su questo riassetto istituzionale, ma anche sui tagli pesantissimi e ulteriori agli enti locali che impedirebbero a comuni e province di poter redigere i bilanci per il 2012''.
 

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