Flamini/Prc: Bocci sbaglia. Contro la manovra del governo nessun consociativismo
Desta una certa meraviglia l'intervista rilasciata al Messaggero da parte dell'onorevole Bocci sulle ricadute della manovra del governo in Umbria e sulle prospettive future della nostra regione. Per l'esponente del Partito Democratico le ricette per uscire dalla crisi rimangono sempre le stesse, cioè quelle che la crisi l'hanno generata. Bocci infatti non prende minimamente in considerazione il fallimento del neoliberismo che sta trascinando l’Europa e il nostro paese nel baratro della povertà dilagante e dello smantellamento dello stato sociale. E mentre le lavoratrici e i lavoratori d'Europa continuano a subire le politiche neoliberiste di esclusione e precarizzazione dettate dai banchieri, le soluzioni per l'Umbria, sempre secondo l'onorevole, starebbero nella sussidiarietà orizzontale e in ulteriori privatizzazioni, possibilmente in un quadro politico pacificato tra opposizioni e governo che, in nome di un presunto interesse generale, ottenga ancora lacrime e sangue da chi ha già pagato, magari offrendo nella nostra regione al centrodestra la presidenza del Consiglio Regionale. Ma che c'entra tutto questo con la crisi?
In tutta onestà pare proprio che ci si ostini a non fare i conti con quanto è successo negli ultimi vent’anni, dal bipolarismo alla precarietà, dall'attacco alla democrazia al massacro del mondo del lavoro: neppure di fronte allo sfaldamento sociale si osano mettere in discussione i dogmi del “pensiero unico” tutto subalterno alle esigenze ed agli umori dei mercati. In questo quadro penso che la Regione dell'Umbria abbia operato in maniera positiva rispetto ad alcune importanti riforme di sistema come l'unificazione degli Ater e l'avvio dell'Azienda Unica dei Trasporti. Sicuramente si può fare di più, ma questa è la strada sulla quale deve continuare a lavorare il centro-sinistra regionale per conseguire ulteriori obiettivi di riqualificazione della spesa, dalla sanità alle agenzie. Il punto politico resta però la necessità urgente di un contrasto alla manovra del governo che non si limiti ad una protesta di facciata e senza nemmeno una visibile opposizione parlamentare, sulla quale Bocci e il suo partito avrebbero potuto e potrebbero davvero fare molto di più. Posizioni nebulose e proposte poco chiare non servono davvero. Serve invece una risposta unitaria, forte e chiara del mondo delle autonomie locali della nostra regione contro la manovra del governo. Siamo infatti di fronte a provvedimenti sbagliati, inefficaci ed antipopolari che scaricano la crisi del liberismo finanziario su lavoratori, pensionati, enti locali senza intervenire sui grandi patrimoni e sugli evasori fiscali.
Ecco, abbiamo subito una prima occasione: lo sciopero generale indetto dalla Cgil per il 6 settembre. Uno sciopero che consideriamo soltanto come uno dei primi momenti per la ripresa della lotta. Solo con la mobilitazione è possibile fermare il governo e respingere la sua sciagurata manovra finanziaria, non certo crogiolandosi nelle certezze di soluzioni granitiche fallite con l’esplosione della speculazione finanziaria neoliberista.

Recent comments
12 years 16 weeks ago
12 years 16 weeks ago
12 years 16 weeks ago
12 years 16 weeks ago
12 years 16 weeks ago
12 years 16 weeks ago
12 years 16 weeks ago
12 years 16 weeks ago
12 years 16 weeks ago
12 years 16 weeks ago