Deposito cauzionale,Umbra Acque rompe silenzio: riscossione adeguamento è dovuta
Umbria Acque rompe il lungo silenzio osservato sulle numerose polemiche che hanno investito la società che gestisce il servizio idrico, che si sono moltiplicate in particolare dopo lo svolgimento del referendum che ha sancito la volontà della stragrande maggioranza dei cittadini di affermare la proprietà pubblica del bene acqua. Polemiche che hanno riguardato in primo luogo la decisione della stessa società di chiedere agli utenti il pagamento di somme per l’adeguamento del deposito cauzionale, e non solo.
Lo ha fatto con una lunga nota inviata alla stampa a firma del suo presidente, Enrico Menichetti, che riportiamo integralmente:
“Preliminarmente, a nome della Società, voglio porgere pubblicamente le scuse per i disagi che alcuni cittadini hanno recentemente sopportato: 1) ricevimento di bollette con gli importi giusti da pagare, ma recanti errori di stampa nel retro della bolletta contenente la parte descrittiva (utenti Comune di Marsciano); 2) lunghe attese per avere informazioni presso i nostri Uffici. A tale riguardo, Umbra Acque si è prontamente attivata per rimuovere le cause di tali disagi ed errori: a) ristampando le bollette corrette nella parte descrittiva dei consumi, e recapitandole agli utenti con annullamento delle precedenti contenenti la descrizione erronea (il tutto a costo zero per la Società, trattandosi di un errore riconducibile alla tipografia); b) potenziando l’informazione all’utenza con l’attivazione di aperture straordinarie degli Uffici e ricordando che a disposizione dei cittadini è sempre attivo il servizio di informazione telefonica al n. 800 00 55 43, numero verde gratuito.
Vorrei, inoltre, cogliere l'occasione per intervenire su alcuni aspetti oggetto di dibattito nelle ultime settimane.
Il deposito cauzionale - La riscossione dell’adeguamento del deposito cauzionale costituisce atto dovuto senza margini di discrezionalità da parte di Umbra Acque, che è tenuta all’applicazione del “Regolamento di gestione del servizio idrico integrato” modificato sul punto con Del. n. 2 del 30/11/2009 dall’Assemblea unica degli ATI 1 e ATI 2 (cioè dai Comuni). Tale Delibera è stata approvata senza voti contrari, previo parere di legittimità della Commissione Nazionale di Vigilanza sulle Risorse Idriche, e con l’ampia partecipazione e concertazione di numerose associazioni rappresentative dei cittadini-utenti.
Non è in atto, pertanto, alcuna “ostinazione” o “volontà di fare cassa” e tanto meno alcuna “illegittimità” o “battaglia contro i cittadini-utenti” o “cannibalizzazione dei cittadini”, ma solo il doveroso rispetto ed esecuzione delle decisioni dei Comuni da parte di Umbra Acque, Società gestore del servizio idrico integrato.
C’è da tenere presente, inoltre, che il pagamento del deposito cauzionale non è un costo per l’utente, ma un anticipo previsto dal suddetto Regolamento, anticipo che viene comunque restituito al termine del contratto, unitamente agli interessi legali maturati. Ciò avviene in tutti i rapporti di utenza, dove i gestori di servizi pubblici fanno pagare da anni il deposito cauzionale, come agevolmente riscontrabile nei siti internet istituzionali dei soggetti gestori. Si tratta, peraltro, di un dispositivo volto a tutelare sia i tantissimi cittadini (oltre i due terzi degli utenti) che pagano regolarmente nei termini, sia la Società, che in questo momento vanta assai ingenti crediti nei confronti di chi utilizza il servizio e poi lascia l’appartamento in affitto o chiude definitivamente la propria attività senza pagare i consumi relativi agli ultimi mesi.
Nello specifico dell’adeguamento del deposito cauzionale, poi, così come preventivamente ed ampiamente comunicato all’utenza, in base allo stesso Regolamento è necessario precisare quanto segue.
1) L’adeguamento non è richiesto nei confronti degli utenti che hanno regolarmente e tempestivamente pagato le bollette, ovvero che hanno già l’addebito della bolletta in conto corrente.
2) L’adeguamento è rimborsato con gli interessi legali agli utenti che dimostrino di aver pagato regolarmente e tempestivamente negli ultimi cinque anni, così come agli utenti che decidano di domiciliare il pagamento presso una banca.
3) Le agevolazioni tariffarie a tutela delle fasce deboli e degli utenti economicamente svantaggiati - già previste da apposito Regolamento approvato dalla soppressa A.a.t.o. Umbria 1 con provvedimenti 30/05/2008 n. 4 e 6/02/2009 n. 3 - sono state estese anche all’adeguamento del deposito cauzionale da apposita modifica in data 30/11/2009 al Regolamento più sopra citato (introduzione del comma 8 dell’art. 21).
Umbra Acque, quale Società di gestione obbligata ad attuare le scelte delle Autorità d’Ambito costituite dai Comuni che per la maggior parte compongono l'Assemblea dei soci, non può sostituirsi ad essi nelle scelte di governo e regolatorie, e rimane a disposizione sia per approfondire le singole situazioni che gli utenti riterranno di sottoporre all’attenzione degli Uffici di Contatto presenti sul territorio e/o del sopra citato numero verde, sia per le eventuali determinazioni che i soggetti competenti riterranno di dover adottare.
Oneri di depurazione e fognatura - Quanto agli oneri di depurazione e fognatura, la Società ha avviato il procedimento per la restituzione agli aventi diritto, come previsto dalla sentenza della Corte Costituzionale n. 335/2008, e dai successivi interventi normativi in materia. L’Autorità di Ambito sta ultimando i necessari approfondimenti istruttori in relazione alle modalità, condizioni e tempistica della restituzione, all’esito dei quali sarà cura della Società informare correttamente e puntualmente l’utenza per poter inoltrare, nel rispetto dei requisiti di legge, la richiesta di rimborso.
Umbra Acque e gli esiti dei referendum abrogativi - Trovo poco utile il dibattito sulla rilevanza economica o non economica del servizio idrico integrato, anche perché la Corte costituzionale (sentt. n. 325/2010 e n. 187/2011) ha pronunciato parole chiare a tale riguardo, ribadendone la natura economica. Il semplice gesto quotidiano di aprire un rubinetto per ottenere acqua corrente potabile, controllata e di qualità, infatti, presuppone una complessa organizzazione che ha una rilevanza oggettivamente industriale, a prescindere dalle qualificazioni normative. Ci si dimentica poi troppo facilmente che il servizio idrico integrato comprende aspetti certamente meno evocativi, ma altrettanto complessi da gestire e che richiedono investimenti anche superiori, quali la depurazione e la fognatura.
Umbra Acque non è una S.p.a. qualunque. È una società mista a maggioritaria partecipazione pubblica (il 60% delle azioni è detenuto dai 36 Comuni dell’alta e media Umbria) che, così come gli altri soggetti gestori dei servizi pubblici locali, costituisce un fattore strategico per il territorio ed ha sin qui fornito buona prova delle proprie capacità gestionali, anche grazie all’apporto di know-how, innovazione e management da parte del socio ACEA (titolare del 40% delle azioni di Umbra Acque e a sua volta partecipata al 51% dal Comune di Roma).
Umbra Acque è ben consapevole della “missione di interesse generale” della quale è incaricata: proprio per questo è quotidianamente impegnata, nel rispetto dell’affidamento e del contratto di servizio - che restano validi anche dopo i referendum - e del quadro normativo vigente, nel difficile compito di garantire a tutti il diritto ad un’acqua di qualità ed alla salvaguardia dell’ambiente su tutto il territorio di riferimento.
Allo scopo di rendere effettivo tale diritto fondamentale, Umbra Acque auspica che il dibattito sulle ricadute dei due referendum abrogativi in materia di servizi pubblici locali (avente ad oggetto l’art. 23-bis che imponeva la privatizzazione “forzata” delle società di gestione) e di servizio idrico integrato (riguardante l’adeguata remunerazione del capitale investito) sia aperto, partecipato, razionale, non ideologico e non perda mai di vista la necessità di garantire l’efficacia e la qualità del servizio idrico integrato (intese come standard di servizio elevati) attraverso una efficiente ed oculata gestione.
A tale riguardo, vorrei sottoporre all’attenzione dei lettori di questo sito tre semplici considerazioni ed un interrogativo.
1) La tariffa non è un odioso balzello, ma il corrispettivo per il servizio erogato e per gli investimenti infrastrutturali. Acqua pubblica e tariffa, pertanto, non sono in contraddizione tra loro: acqua pubblica, infatti, non è sinonimo di acqua gratis, ma di diritto all’acqua di qualità per tutti ad un prezzo accessibile attraverso le necessarie articolazioni tariffarie.
2) L’adeguata remunerazione del capitale investito (fissata nella misura del 7% ed abrogata dal referendum) non era l’unica voce che per legge componeva la tariffa. La tariffa, infatti, anche dopo il referendum, come riconosciuto anche dalla Corte costituzionale nella sent. 26/2001, deve continuare a garantire la copertura integrale dei costi (costi operativi, canone di concessione, ammortamenti per investimenti, costo del capitale investito) e il rispetto dell’equilibrio economico-finanziario (art. 117 TUEL e art. 154, comma 1, d.lgs. 152/2006).
3) Non è escluso che in una fase di tassi di interesse crescenti, il 7% fisso e non incrementabile avrebbe costituito probabilmente una tutela per i cittadini, che ad esempio nel servizio elettrico vedranno aumentare tale componente a valori superiori anche all’8-9%.
4) L'interrogativo. Se gli investimenti futuri non saranno a carico della tariffa (cosa che avverrà se si procederà sic et simpliciter all’eliminazione di questa componente) siamo certi che la fiscalità generale - tanto più nell’attuale fase recessiva in cui il ruolo degli enti locali ed i servizi pubblici essenziali sono posti in forte discussione - sarà in grado di generare le risorse necessarie per assicurare con i necessari investimenti il servizio idrico integrato (captazione, adduzione, distribuzione, fognatura, depurazione e restituzione all’ambiente)?
È auspicabile che su tali impegnative tematiche vi sia un dibattito pubblico serio, partecipato, trasparente e senza infingimenti, che veda coinvolti tutti gli attori del servizio idrico integrato, ivi comprese le associazioni degli utenti e di cittadinanza attiva, portatori dell’indispensabile “sapere contestuale”.
La sede naturale per discutere tali importanti questioni è quella pianificatoria: nelle prossime settimane, sarà necessario riprogettare il Piano di Ambito che è invariato da oltre 6 anni e mezzo e non rispecchia più i costi, gli investimenti, i consumi e i ricavi reali.
Sono convinto che se ognuno farà la propria parte con serietà e responsabilità, lasciando da parte ogni tentazione demagogica, si riuscirà ad assicurare ai cittadini dei nostri territori l'acqua come bene pubblico e diritto fondamentale, nel pieno rispetto degli esiti referendari e del quadro normativo vigente.
Umbra Acque ed il nuovo Consiglio di Amministrazione non si tireranno indietro, ed - evitando tensioni, polemiche e populismi che non appartengono alla nostra tradizione culturale, politica e sociale - svolgeranno sino in fondo in maniera costruttiva ed inclusiva il proprio compito: garantire al meglio, nelle condizioni date e su tutto il territorio di riferimento, il servizio pubblico che è stato loro affidato”.

Recent comments
12 years 16 weeks ago
12 years 16 weeks ago
12 years 16 weeks ago
12 years 16 weeks ago
12 years 16 weeks ago
12 years 16 weeks ago
12 years 16 weeks ago
12 years 16 weeks ago
12 years 16 weeks ago
12 years 16 weeks ago