La Sinistra per Castello dichiara la propria contrarietà ed opposizione alla manovra finanziaria proposta dal Governo, figlia di logiche europee neoliberiste ed inique. Un attacco su più fronti quello sferrato questa volta dalla maggioranza, con interventi inadeguati, ambigui e non certo per il bene della comunità. Dalla proposta di asservimento alle logiche di mercato, introducendo il pareggio di bilancio nella Costituzione, alle privatizzazioni selvagge, dalla tutela del più grande evasore legale d’Italia, la Chiesa Cattolica, all’attacco del lavoro e del welfare. Con questa finanziaria è chiaro l’intento del Governo centrale: attaccare la democrazia e le sue istituzioni, avversare la dignità del lavoro, assalire lo stato sociale. Il governo di prossimità e l’autonomia degli enti locali, già provati dal ricatto definito “patto di stabilità”, vengono davvero messi in discussione e i costi si delineeranno in termini di minori servizi pubblici e maggiorazioni nelle tariffe dei cittadini, a tutto vantaggio di liberalizzazioni e svendite del patrimonio immobiliare civile e sociale, speculazioni nonché privatizzazioni. Anche il lavoro regredirà. Il vincolo alla libertà d’impresa scompare, trascinando con sé ogni potere di controllo sull’attività economica, travolgendo così il lavoro femminile con l’aumento dell’età pensionabile, cancellando di fatto l’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori con il cosiddetto “diritto di licenziare”. Oltre a ciò non poteva mancare il regalo di Tremonti a Confindustria. Tra le ipotesi allo studio c’è anche la possibilità che i contratti aziendali possano prevedere deroghe ai contratti nazionali di lavoro e alla legge su quasi tutte le materie contrattuali, insomma, l’estensione su scala nazionale del ricatto Fiat di Pomigliano e Mirafiori, la formalizzazione dell’accordo preso da Cisl, Uil, Confindustria e Cgil il 28 giugno scorso. Noi riteniamo che tale tipo di flessibilità contrattuale sia di stampo anticostituzionale, ed anche per questo appoggiamo pienamente lo sciopero indetto dalla “pentita” Cgil il 6 settembre, a tutela dell’occupazione e della sua dignità, perché reputiamo il lavoro un diritto che si ha e non un favore che si riceve . La demagogia della manovra è evidente poi se si esamina il contributo di solidarietà e la totale assenza dell’ipotesi di lotta all’evasione fiscale. Scendendo inoltre ad un livello più subdolo, con la cancellazione delle sole festività laiche del 25 aprile, 1 maggio e 2 giugno viene violentata la storia migliore del nostro Paese, vengono svuotati i dettami costituzionali frutto della Resistenza, il tutto per ingiustificate e non provate motivazioni economiche. Un tale revisionismo è un evidente segnale di come questo Governo cerca di abbattere la cultura libera e laica che è pilastro della democrazia italiana, come tenta di intorpidire le intelligenze. Anche Città di Castello non resterà immune da questo flagello finanziario, e le casse del nostro Comune subiranno un decremento di circa 6 milioni di euro. Senza dare credito a mediocri e fin troppo facili strumentalizzazioni di buche cittadine, provenienti come sempre dai soliti noti, complici oltremodo della scelleratezza di questa manovra, La Sinistra per Castello ha un giudizio negativo su tali tipologie di intervento sulla spesa corrente e nei prossimi giorni presenterà una petizione popolare concernente provvedimenti alternativi per una politica economica giusta ed equa.

 

Marta Melelli, portavoce de La Sinistra per Castello

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