Manovra finanziaria ingiusta, a Massa Martana non abolire il 25 aprile
MASSA MARTANA - Ho già avuto modo di manifestare la mia contrarietà nei riguardi della manovra finanziaria di Ferragosto varata dal Governo nazionale, un provvedimento socialmente ingiusto nel quale a pagare gli effetti della crisi sono i soliti noti (vale a dire le famiglie più povere, il ceto medio, i comuni virtuosi come il nostro) mentre nemmeno vengono sfiorati coloro che invece mai hanno pagato le tasse.
Tra le tante disposizioni della manovra che non mi convincono, vorrei soffermarmi sulla norma del decreto che abolisce di fatto storiche festività civili come il 25 aprile, il 1° maggio e il 2 giugno, differendole in prossimità del week-end ("il venerdì precedente ovvero il lunedì seguente") o facendole coincidere con la domenica.
Ebbene, più che una norma di risanamento questa disposizione ha tutta l’aria di un "provvedimento ideologico". Infatti l’abolizione di queste festività, come autorevolmente dimostrato da alcuni studi e ricerche, non porterà alcun beneficio economico, dal momento che il presunto minimo incremento del P.I.L. apportato verrà vanificato dall’effetto depressivo che l’eliminazione dei ponti avrà sulla nostra economia e su quel sistema turistico al quale regioni come la nostra stanno lavorando con ottimi risultati.
E allora, a quanto pare di capire, anziché gli sprechi questa norma contenuta nel decreto governativo è destinata a colpire il sentimento nazionale degli italiani, che poggia proprio su valori rappresentati da festività come il 25 aprile.
Nessun paese in Europa (contrariamente a quanto sostiene il ministro Tremonti) rinuncerebbe a celebrare le proprie feste, simbolo della nazione, e non si vede proprio perché in Italia dovrebbe accadere il contrario.
In definitiva, più che un contributo al risanamento economico, questo provvedimento sembra uno schiaffo alla nostra identità nazionale. Esso offende in maniera particolare una comunità come quella Massetana, ove i valori della democrazia, del lavoro, dell’antifascismo, dei diritti, rappresentano valori fondanti e non negoziabili.
Alla luce di queste motivazioni, mi auguro che in sede di conversione parlamentare del decreto le norme che sanciscono di fatto l’abrogazione delle festività civili possano essere cancellate.
Se così non dovesse essere, sono certa di interpretare il sentimento della stragrande maggioranza dei Massetani chiedendo al Sindaco di continuare a celebrare le festività civili nazionali nelle date tradizionali, a cominciare dal prossimo fondamentale appuntamento del 25 aprile, perché nessuna improvvisata Finanziaria potrà mai spogliarci della nostra identità di cittadini di questa repubblica democratica.
Graziella Stecconi Assessore PRC

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