PERUGIA - "La Presidente Marini è padrona di promuovere tutti gli incontri che ritiene opportuni, ma sarebbe del tutto logico e naturale che prima di concordare con gli eletti in altre Istituzioni, specifiche controproposte di ri-disegni regionali, ricercasse, all’interno del consesso che rappresenta, un confronto -anche se fra diversi, perché la certezza non divide ma apre,- per addivenire alla definizione di una proposta istituzionale sostenibile e condivisa.

Il Consiglio regionale dell’Umbria, non può, mentre impazza la febbre del “si salvi chi può”, provocata dalle misure anticrisi della manovra governativa, contenente tra l’altro tagli a province e comuni, abdicare al proprio ruolo, delegando a “chicchessia” ogni forma di rappresentatività.

L’imperdonabile errore del Governo Berlusconi di non avere ammesso la gravità della crisi nel nostro Paese, non può sommarsi oggi anche a quello che sta ripetendosi su scala regionale, relativamente alla riduzione del dibattito sul futuro dei territori, riservato a pochi diretti interessati.

Il rischio che la difesa di interessi personali o di parte siano anteposti a quelli generali, non può far venire meno la consapevolezza che questo Paese non può più vivere al di sopra delle proprie possibilità. Per questo ognuno deve fare con serietà la propria parte evitando di rinviare con troppi facili NO, la stagione delle riforme, ai tempi supplementari.

L’eliminazione delle comunità montane, la cancellazione di enti inutili che sono state sistematicamente annunciate dalla Giunta Regionale dell’Umbria e mai seriamente discusse rappresentano la prova evidente di quanto le parole corrano più velocemente delle volontà perché in fondo in fondo parlare di tagli va bene, purchè avvengano fuori dal “mio giardino”.

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