GUALDO TADINO - Tra il 2007 e il 2009, il Comune di Gualdo Tadino nel contesto della programmazione integrata dei servizi socio-sanitari, di concerto con la ASL 1 e nell’ambito del piano sociale di zona, fu impegnato nell’individuazione e nella selezione dei bisogni assistenziali della popolazione non autosufficiente, nella verifica dell’appropriatezza dei servizi in attività e nella progettazione dei nuovi che avrebbero garantito quelle risposte necessarie a soddisfare i bisogni su cui risultava non esservi sufficiente appropriatezza nei servizi ad essi rivolti o di cui risultava non esservi presenza.
In particolare, dopo un lungo lavoro di concertazione con l’Assessorato alla sanità della Regione dell’Umbria e con la direzione regionale sanità e servizi sociali, questa programmazione finalizzata a riqualificare il complesso dei servizi socio-sanitari nella nostra Città e in un’ottica territoriale, stabilì che uno dei buchi della nostra offerta dovesse essere considerata l’assenza di un servizio particolarmente rivolto alla lunga assistenza degli adulti con gravi disabilità. Ovvero di quelle persone che, nell’avanzare dell’età e perdendo i loro punti di riferimento genitoriali, sono progressivamente private di qualsivoglia rete familiare di cura, la cui permanenza in servizi diurni come ad esempio il Germoglio non sono più sufficienti a sopportarne appropriatamente il carico assistenziale e per le quali l’eventuale inserimento in residenze protette per anziani risulterebbe assolutamente inadeguato, vista l’età, il differente bisogno di cura e le particolari patologie di cui sono spesso portatori.
Un nuovo servizio, dunque, che avrebbe allargato e diversificato l’offerta per i disabili di cui si riuscì finalmente ad ottenere l’autorizzazione dalla Regione, formalmente giunta nel luglio 2009, dopo le elezioni amministrative. In precedenza, proprio nell’ottica della ridestinazione dell’ex Calai e nel contesto dell’aggiornamento e dell’integrazione del Protocollo d’intesa del 2005, il nostro Comune fece in modo che questa autorizzazione fosse richiesta ed ottenuta dall’EASP.
Questo percorso si era nel frattempo arricchito della contemporanea attivazione della nuova fase per la programmazione regionale per la non autosufficienza, resa possibile dall’introduzione del Fondo nazionale ad essa dedicato dal governo Prodi e smantellato dal successivo, l’attuale. E’ proprio in questo nuovo contesto, nell’ambito della programmazione regionale integrata e nel corso di un lungo lavoro di progettazione che vide coinvolti la ASL e i Comuni del Piano sociale di Zona, che si giunse a varare il programma operativo locale per l’attivazione dei nuovi servizi rivolti ai disabili e ai non autosufficienti che nella sua previsione, oltre alla riqualificazione dei servizi domiciliari, individuava la necessità di realizzare due nuovi servizi semiresidenziali per disabili minori ed in età scolare, uno a Gualdo e uno a Gubbio, e a questo fine si approntò la relativa programmazione delle risorse finanziarie, tuttora disponibili.
Anche in questo caso si trattava di un servizio che avrebbe colmato un buco nell’offerta territoriale e avrebbe senz’altro consentito di assolvere a quelle funzioni di sostegno aggiuntivo, di abilitazione sociale e relazionale, di aiuto doposcolastico dei minori con disabilità, anche nella previsione di un ulteriore taglio degli insegnanti di sostegno nella scuola, cosa che purtroppo è puntualmente avvenuta lasciando spesso alla loro sorte e a quella delle loro famiglie i ragazzi e le ragazze con problematicità.
Ad oggi, a distanza di oltre due anni dall’inizio del mandato amministrativo della Giunta delle destre, non è dato sapere che fine abbia fatto questa programmazione e questa positiva eredità e non è dato sapere se è tuttora volontà di questa Amministrazione comunale, del suo Sindaco e del suo assessore delegato, procedere alla concretizzazione di quegli impegni e alla realizzazione di questi due nuovi servizi essenziali per fornire risposte moderne e più adeguate alle problematiche della non autosufficienza nella nostra Città, nonostante le nostre periodiche sollecitazioni. L’unica certezza che abbiamo è che ad oggi nessun accesso in regime di lunga assistenza per disabili adulti gravi è stato previsto ed appropriatamente predisposto presso l’EASP e che il semiresidenziale per minori aprirà solo a Gubbio perché la Giunta gualdese, in due anni, non è riuscita ad individuare e a rendere disponibile un locale per ospitare il servizio, neanche nel caso in cui, se si sarebbe reso necessario l’affitto a privati, i costi li avrebbe sostenuti per intero la ASL, così come da noi, a suo tempo, stabilito.
Quando sul caso Calai parliamo di chiacchere e di fumo negli occhi ci vogliamo riferire anche a questa inconsistenza clamorosa e così evidente di questa Giunta in un settore d’intervento fondamentale dell’Ente: quello dei servizi sociali e socio-sanitari. Hai voglia a ciarlare sulla stipula di nuovi protocolli d’intesa, di nuovi accordi di programma per la ridestinazione dell’ex ospedale se in due anni non sei stato neanche capace di realizzare ciò che era pronto e predisposto, una pappa cotta a puntino che attendeva solo di apparecchiare le stoviglie per essere mangiata. Altro che politica del fare!!!
Continuiamo a credere che questa Giunta ignori completamente il fatto che connaturate alle attività amministrative di un Comune vi sono anche di queste incombenze e gli adempimenti che ne conseguono e che sono ben altra cosa delle prove ludiche e propagandistiche in cui indiscutibilmente si eccelle.
E’ infatti lodevole premiare e rendere merito ai valori sportivi dei nostri campioni ospiti dei nostri servizi di riabilitazione e cresciuti come tali proprio grazie alle attività di abilitazione e di educazione sportiva in essi portate avanti, ma è altrettanto doveroso per l’Amministrazione comunale impegnarsi attivamente e senza perdere altro tempo per riqualificare, consolidare, innovare proprio quei servizi e quelle attività che hanno reso possibile tali esperienze e tali successi.
Speriamo pertanto che al ritorno dalle loro ferie e dopo la grande abbuffata di presenzialismo tra i tavoli di feste e festicciole, sagre e sagrette, concerti e concertini, dalla Giunta si applichino di più anche in un settore d’intervento su cui ricadono prevalentemente gli obblighi di mettere in campo politiche serie di contrasto alla crisi e alla sofferenza sociale.
Spiace constatare che ad oggi questa Giunta abbia dimostrato non solo disinteresse per le politiche del welfare locale ma anche un’incompetenza manifesta, figlia di un’ignoranza volontaria ed arrogante. Come nel caso dello smantellamento dei servizi sociali e dell’Ufficio della cittadinanza per cui oggi si rischia concretamente di perdere i trasferimenti dalla Regione. Infatti, nonostante le bugie del Sindaco e dell’assessore Minelli seguite all’incontro formalmente richiesto al Comune dalla direzione regionale dei servizi sociali dopo le interrogazioni alla Giunta da noi sollecitate, è infine arrivata una prescrizione formale successiva al controllo di gestione: se non si procede alla ristrutturazione del servizio così come previsto nelle programmazioni e nelle normative regionali vigenti, il Comune di Gualdo non beccherà più un soldo dedicato a questo fine.
Se nella pianta organica del Comune non ci sono più assistenti sociali non si possono certo pretendere ancora quei fondi regionali aggiuntivi da utilizzare anche per il pagamento del loro stipendio. E’ facile intuire quali saranno le conseguenze che subiranno i cittadini e le famiglie gualdesi per il miserabile depauperamento di un servizio in cui le figure degli assistenti sociali sono centrali ed insopprimibili, soprattutto in una realtà locale di oltre 15mila abitanti come la nostra, con le note problematiche quotidiane.
Per magrissimo “disconto” di tutto ciò l’unico impegno portato avanti con sicura lena dalla Giunta Morroni in questi mesi è quello del Fondo di solidarietà, cui peraltro il Comune ha dedicato delle risorse che sono una miseria e se non altro perché consentiva di fare molto Mediafriends. Una misura dall’ambizione esaustiva e dal carattere sostitutivo dei ben altri e sopra ricordati compiti previsti nella funzione sociale pubblica di un Ente locale, che tradisce senza alcuna pietà una natura regressiva e la missione solo caritatevole, meramente residuale, cui si sono ridotte le politiche sociali del nostro Comune ai tempi di questi berlusconiani: siamo alla sola distribuzione dei pacchi alimentari e al pagamento delle bollette, il ritorno al passato remoto del welfare allorquando si istituzionalizzava l’elemosina, senza alcun impegno a rimuovere le cause delle condizioni della miseria.
Con l’aggravante che le modalità di intercettazione dei bisogni e di recepimento delle domande per le prestazioni sociali e per la conseguente erogazione dei benefici derivanti dall’istituzione del Fondo di solidarietà, si sviluppano quasi sempre senza il filtro professionale dell’assistente sociale, nella cui veste si prodiga senza poterlo fare l’assessore stesso, abusando del suo ruolo politico: una sorta di “laurismo” in salsa gualdese, il peggiore del clientelismo perché si sfruttano i bisogni primari di un individuo e di una famiglia per la conferma o la creazione del consenso politico ed elettorale. Le 50 famiglie fin qui beneficiate dal Fondo di solidarietà non risolveranno certo i loro problemi, ma si sentiranno in dovere di ringraziare chi gli ha pagato una bolletta e gli ha fornito per un mese pasta e pane.
Per queste cose ci sono già le associazioni di volontariato, una Giunta e un assessore sono chiamati a fare altro.
E’ proprio per superare la natura meramente assistenzialistica e clientelare del Fondo di solidarietà così come concepito dalla Giunta e così come è manifesta anche nelle modalità di erogazione dei suoi benefici che abbiamo recentemente formulato ed ora formalmente avanzato con un Ordine del giorno di consiglio comunale una proposta per la creazione e la promozione di un gruppo di acquisto solidale tra i beneficiari del Fondo, proprio a partire da quelle 50 famiglie che se ne sono già avvalse.
Una forma di mutualismo e di cooperativismo di base che libererebbe queste persone dalla loro condizione di destinatari di aiuti episodici e per nulla risolutivi e li renderebbe protagonisti attivi, autonomi e consapevoli di una pratica utile a migliorare le condizioni della propria esistenza e di un’azione collettiva rivolta a ricostruire una più solida rete sociale tra individui e famiglie reciprocamente solidali, pur in stato più o meno temporaneo di bisogno e di miseria.
Ecco, anche per realizzare e promuovere con successo un’azione indubbiamente positiva e creativa come questa servirebbe rimettere in moto delle energie pubbliche e sociali che non si limitano ad invitare a partecipare ad una cena o ad un evento dal cui introito si stornano delle somme da destinare al Fondo di Solidarietà. Servirebbe avviare una specifica programmazione sociale da condividere con le realtà del volontariato e del Terzo settore che operano nella nostra Città e nel nostro territorio e, perché no, anche delle imprese; servirebbe avere uno straccio di idea di politica sociale e un progetto di comunità. Una comunità solidale, attiva ed ancora viva nonostante i tanti e gravi problemi economici in cui versano molti dei suoi componenti.
Servirebbe cioè esaltare il ruolo di un Ente locale, ma è quello che dubitiamo siano capaci di fare da questa Giunta ed è quello che si è dimostrato fin qui di non saper fare. Un Comune sempre più leggero retto da una Giunta giocosa, indisponente e del tutto sprovvista delle ispirazioni e dei requisiti politici e culturali, oltre che delle competenze amministrative, necessari a fronteggiare le sfide di questo tempo e della nostra Città.

Per la sinistra per Gualdo
Gianluca Graciolini
 

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