Stufara: "La manovra del governo stravolge la stessa costituzione democratica"
PERUGIA - La manovra economica del governo è il frutto avvelenato della svendita pluridecennale del sistema Paese, che con la definitiva demolizione del contratto nazionale, del welfare, del sistema delle autonomie locali e delle regioni, conosce oggi un punto di non ritorno.
Non siamo semplicemente di fronte ad una finanziaria che aggrava la crisi e rafforza i finanzieri. Nel momento in cui il pareggio di bilancio viene assunto come principio costituzionale, si sancisce di fatto la subordinazione anche formale della politica all'economia, da cui deriva la fine dell'idea stessa di una redistribuzione della ricchezza corrispondente ai bisogni ed alle aspettative della popolazione.
Se il centrosinistra vuole essere conseguente nella difesa della democrazia e operare per la sconfitta delle destre, è ora che affronti la questione dell'alternativa a partire dai contenuti programmatici, uscendo quindi da una discussione tutta appiattita sulla leadership e predisponendo proposte ben comprensibili alla popolazione e immediatamente efficaci. In primo luogo è dunque indispensabile passare da una discussione sul “chi” ad una sul “che cosa”; alla popolazione serve una risposta, non un “papa laico”, segno piuttosto di un complessivo regresso della democrazia che prelude a svolte autoritarie, come dimostra la soppressione di enti elettivi quali le province e i piccoli comuni.
È del tutto evidente che questa svolta non potrà avvenire finché le forze dell'opposizione parlamentare perpetueranno nella complicità con le scelte del governo nazionale, complicità che con il voto favorevole “a scatola chiusa” alla finanziaria targata Tremonti ha conosciuto un'ulteriore, vergognosa conferma. Non ci si può scandalizzare per i tagli agli enti locali per poi piegare la testa a Roma in nome di una presunta “ragion di stato”; finché il centrosinistra rimarrà irretito nell'ideologia dei sacrifici necessari la sua proposta politica sarà incomprensibile e come tale condannata alla sconfitta. In secondo luogo è dunque un punto dirimente la costruzione dell'opposizione nei territori, sfruttando tutti i mezzi a disposizione delle istituzioni locali nell'azione di contrasto della manovra.
Per questo il Gruppo consiliare del Partito della Rifondazione Comunista per la Federazione della Sinistra ritiene necessario operare da subito per indicare la possibilità di scelte alternative, che vanno dalla tassazione dei grandi patrimoni alla lotta all'evasione fiscale, dal dimezzamento degli stipendi di manager e dirigenti al contrasto delle delocalizzazioni, dal taglio delle missioni di guerra e delle grandi opere inutili allo sviluppo di politiche industriali e sociali degne di questo nome.
Sconfiggere Berlusconi significa sconfiggere il neoliberismo; per far questo serve una straordinaria mobilitazione politica a partire dai territori, una mobilitazione che attraversi anche le istituzioni locali e che faccia definitivamente capire alla popolazione da che parte sta il centrosinistra.

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