Il Consigliere Regionale del Pd Andrea Smacchi prende posizione sulla richiesta di versare un oneroso adeguamento del deposito cauzionale che in questi giorni sta arrivando, inserito nella bolletta, nelle case dei cittadini serviti da Umbria Acque. Mi sento in dovere di invitare il nuovo consiglio di amministrazione di Umbra Acque ad attivarsi immediatamente con fatti concreti e richieste ufficiali alla Autorità di Ambito per limitare al massimo o eventualmente eliminare l’adeguamento del deposito cauzionale. E’ necessario che la società gestrice del servizio, anche tramite l’istituzione di una commissione di garanzia formata, pariteticamente, da amministratori della società e dai rappresentanti dei consumatori, elabori un elenco più dettagliato di utenti che deliberatamente evitano di pagare quanto dovuto per l’erogazione del servizio e, allo stesso tempo, individui quei soggetti, appartenenti alle fasce economicamente più deboli, che per una semplice svista o dimenticanza si trovano nelle condizioni di essere considerati cattivi pagatori al punto di dover anticipare alla società una quota, a titolo di garanzia così come chiaramente specificato nella lettera abbinata alla bolletta.

Anche l’Autorità di Ambito si deve attivare immediatamente, come hanno già fatto molti sindaci e la loro associazione, per ridefinire le modalità di applicabilità di questa richiesta avanzata da una società per azioni e dare piena attuazione al principio volutamente generico inserito nella carta dei servizi approvata con delibera ato n°1 n°38 del 21/12/2005 dove si prevede al punto all’art. 3.3 la partecipazione dell’utente che ha titolo ad avanzare proposte, suggerimenti e inoltrare reclami. Compito del nuovo consiglio di amministrazione, anche se non rappresenta omogeneamente tutto il territorio servito, è anche quello di recepire le proposte degli utenti, operare per rendere l’offerta del servizio e dei suoi costi accessori rispondente alla mutata realtà socio-economica dei nostri cittadini rispetto alle decisioni assunte nel 2009 e tutelare, considerandolo un dovere civico, quelli che sono impossibilitati ad avere un conto corrente e una carta di credito. Credo, conclude Smacchi, che la nostra regione non si possa permettere di intraprendere in nessun modo e in nessun caso la strada della cannibalizzazione dei cittadini in particolare quando essi chiedono la semplice erogazione di un bene primario innegabile.

 

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